La criminalità organizzata mafiosa ha sempre guardato ai momenti di crisi economica e sociale (fragilità delle persone, povertà, emarginazione, calamità naturali) come una grande occasione per fare affari ed espandere il proprio dominio.
Il Covid-19 ha creato purtroppo nuove fragilità e diseguaglianze (economiche, sociali e umane) e le organizzazioni mafiose si presentano come i “benefattori” che rendono servizi alle persone (abbiamo visto gruppi criminali organizzarsi per la spesa alle famiglie bisognose) e alle imprese (offrendo denaro liquido ad operatori economici in crisi di liquidità), occupando così spazi ove vi sono diritti negati.
Le organizzazioni criminali accumulano ingenti risorse di provenienza illecita che devono riciclare e quindi investire nel mercato legale. Per fare questo guardano da un lato, ai territori di origine come territori da presidiare, occupare e controllare (controllando quindi la qualità del consenso, e utilizzando le povertà come loro manovalanza anche per attività illecite) e dall’altro a nuovi territori nei quali cercano di rimanere sotto traccia, invisibili (anche se non sono mancati gravi reati, come omicidi) ma capaci di penetrare nuovi settori economici (quali il settore della sanità, acquisto di farmacia, settore dei servizi socio sanitati…). In questo modo vengono falsate le regole della libera concorrenza e viene danneggiata l’economia legale.
Lo sguardo al tema della prevenzione è importante e determinante. Le mafie devono essere indebolite dalla cultura della responsabilità a cui tutti siamo chiamati, e le istituzioni devono considerare centrale i presidi di legalità di cui il nostro Paese si è dotato. La legislazione antimafia e quella contro la corruzione dovrebbe diventare patrimonio culturale che traccia le politiche di sviluppo economico, sociale e umano.
Oggi non dobbiamo farci trovare disattenti, nè possiamo accettare proposte di indebolimento delle procedure di trasparenza e di legalità che sono a tutela della buona economia e del lavoro e quindi della dignità delle persone. In questi momenti c’è sempre qualcuno che ci dice che la velocità della ripartenza non può sopportare tante regole. Al contrario la migliore velocità e qualità della ripartenza è garantita dalle regole di trasparenza condivise e dagli uomini e delle donne delle istituzioni capaci e coraggiosi nel prendere decisioni all’insegna del bene e dell’interesse comune.
Oggi abbiamo colto alcuni segnali. Alle vecchie povertà si sono aggiunte le nuove povertà (di chi ha perso il lavoro, di chi ha perso il senso di futuro, chi potrebbe perdere l’azienda, la propria attività) e le mafie si sono organizzate per offrire nuovi e vecchi servizi.
In questo modo, le mafie, specialmente in alcuni quartieri e territori riaffermano il loro domino, il loro potere, e questo non solo rafforza la loro fama criminale ma nel contempo indebolisce la fiducia nelle istituzioni e quindi è importante che al servizio dei bisogni della gente e dei lavoratori ci siano le istituzioni.
Altro segnale pericoloso che abbiamo colto è quello che i piccoli imprenditori, gli artigiani che hanno sempre vissuto con i proventi del proprio lavoro e, in alcuni territori, hanno resistito per affermare la legalità, possono trovarsi senza liquidità con la paura di non poter riprendere la loro attività e della perdita di posti di lavoro. Anche in questi casi è importante che le risorse destinate agli imprenditori per la ripartenza siano riconosciuti ed elargiti con celerità, nel rispetto delle regole della tracciabilità e della loro destinazione.
E’ necessario porre attenzione anche alle enormi ed ingenti risorse previste per far ripartire l’economia; le mafie osservano e studiano i “mercati”, i “nuovi settori di investimento”, in maniera silenziosa, per capire come organizzarsi per accaparrarsi risorse pubbliche che permettono loro di intrecciare relazioni utili per occupare nuovi territori di espansione. Quindi diventa centrale, ancora di più in questo momento, rafforzare la legalità, la trasparenza e i controlli preventivi e successivi sulla destinazione ed utilizzazione delle risorse pubbliche.
In questo modo si rende più difficile alle mafie recuperare territorio e mercato e quindi condizionare la stessa ripresa economica.
Vincenza Rando è vicepresidente di Libera