Gli interventi del decreto-legge Rilancio per le imprese cubano quasi 16 miliardi di euro, di fatto una vera e propria finanziaria dedicata alla produttività del lavoro in Italia. Abbiamo bisogno di costruire un Paese che guardi con rinnovata fiducia al futuro ed il compito della politica e delle istituzioni è di mettere in campo tutte le scelte possibili per tutelare e rafforzare le imprese, renderle più sane, solide e capaci di conquistare nuovi traguardi in tutto il Mondo.
L’Italia ed i suoi professionisti, imprenditori e lavoratori meritano fiducia dopo questi mesi difficili e meritano di essere messi nelle condizioni migliori per fare al meglio quel che da sempre sanno fare: stupire e innovare individuando nuove strade, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Per questo le scelte contenute nel Dl rilancio dispiegano energie volte non solo a far sopravvivere le imprese ma per rilanciare il nostro sistema produttivo.
Le linee di intervento che credo sia importante sottolineare si suddividono in base alla dimensione d’impresa. Il primo è senza dubbio il sostegno alle PMI che si rafforza di uno strumento innovativo: contributi a fondo perduto di valori per circa 10 miliardi di euro dedicati per le aziende fino a 5 milioni di fatturato. L’introduzione di questo strumento supera le difficoltà incontrate con i finanziamenti del decreto liquidità in quanto verrà erogato direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Previa verifica del requisito della perdita del fatturato ad aprile di almeno un terzo rispetto all’anno precedente, un contributo sufficientemente basso da far accedere la stragrande maggioranza delle imprese italiane. Il contributo potrà essere fino al 20% per fatturato fino a 400 mila euro, fino al 15% per fatturato fino al milione di euro e del 10% fino a fatturato di 5 milioni di euro. A ciò occorre aggiungere la facoltà per Regioni, province autonome, enti territoriali e camere di commercio di integrare con proprie risorse ulteriori interventi diretti fino a 800 mila euro per azienda.
Insieme a questo tipo di contributi si aggiunge l’ampliamento del credito d’imposta del 60% sui canoni di affitto che viene ampliato per tre mesi (se si è perso almeno la metà del fatturato per ogni mese per cui è calcolata questa misura) ed il congelamento di tutti gli oneri fissi delle bollette fino a luglio, misura particolarmente apprezzata in quanto in Italia le bollette energetiche per la piccola e media impresa sono tra le più care in Europa e pesano in modo significativo nel bilancio aziendale dei nostri imprenditori.
Ovviamente le imprese continuano a beneficiare di tutti gli ammortizzatori sociali introdotti dal Cura Italia che oggi vengono ampliati e prolungati.
La seconda linea di intervento riguarda le medie imprese, fatturato tra 5 e 50 milioni di euro. Anche in questo caso si applica, per ottenere i bonus, il criterio della riduzione dei ricavi non inferiore al 33% rispetto ad Aprile dell’anno precedente. Si prevede l’introduzione di un incentivo alla ricapitalizzazione e una detassazione degli aumenti di capitale, per interventi non inferiori a 250.000 euro, e uno sconto fiscale fino a 2 milioni in tre anni sull’Ires o sull’Irpef per incentivare ulteriori ricapitalizzazioni.
Inoltre, per questa tipologia di impresa, per chi ha subito una riduzione del fatturato derivante dalla diffusione del Covid-19 il decreto favorisce gli investimenti attraverso una detrazione Irpef della somma investita nel capitale sociale delle imprese danneggiate.
La terza linea di intervento riguarda le grandi imprese, con fatturato superiore a 50mln. Presso Cassa Depositi e Prestiti viene istituito Patrimonio Rilancio per il sostegno e il rilancio del sistema economico produttivo italiano. Attraverso di esso si potranno concedere alle società per azioni, anche quotate, prestiti obbligazionari convertibili, garantire la partecipazione ad aumenti di capitale e l’acquisto di azioni quotate sul mercato secondario in caso di operazioni strategiche. Possibili anche interventi relativi a operazioni di ristrutturazione di società che, nonostante temporanei squilibri patrimoniali o finanziari, abbiano adeguate prospettive di redditività. Patrimonio Rilancio verrà alimentato attraverso titoli di Stato emessi dal Mef. Potrà anche finanziarsi con l’emissione di obbligazioni o altri strumenti finanziari di debito con la garanzia di ultima istanza dello Stato.
Infine, alcune norme fiscali riguardano tutte le imprese con fatturato fino a 250 milioni di euro e senza alcuna condizionalità alle perdite di fatturato. Perché? Perché in questa fase occorre uno Stato capace di incoraggiare tutte le imprese ad investire su se stesse, sul lavoro e quindi sugli italiani e perché non c’è certezza su quanto sia profonda la crisi economica che stiamo vivendo, per questo serve dare a tutti nuova fiducia. La misura prevede lo stop del saldo e dell’acconto del 40% Irap dovuto a giugno, uno sconto per circa 4 miliardi a 2 milioni di imprese e professionisti. Sono escluse da questo intervento le banche, gli enti finanziari, le assicurazioni e le amministrazioni pubbliche. Si interviene per togliere imu su pensioni e alberghi.
Misure di sostegno sono previste anche a favore delle startup innovative, attraverso il rifinanziamento del Fondo per il venture capital e attraverso un Fondo per il trasferimento tecnologico. Un sostegno all’autoimpreditoriaità e all’ingegno italiano che è fondamentale per il presente ed il futuro del nostro sistema economico.
E a ciò occorre aggiungere un intervento fondamentale che rinnova e rafforza le risorse destinate ai professionisti e partite iva, categorie colpite dalla crisi e che oggi devono ripartire.
Un’ultima misura che ritengo importante citare è quella dello sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione per 12 mld, anche questo vuol dire rilanciare e ripartire.
Il commento di molte associazioni che rappresentano le imprese è stato positivo, a patto che ci sia grande velocità nel dare forma a questi interventi. Ora il decreto nel suo iter parlamentare può essere anche migliorato dal prezioso lavoro delle aule ma offre all’Italia la capacità di guardare al futuro con la solidità e la forza di superare insieme questa crisi, lontani dalle polemiche dei palazzi e nel merito delle questioni che interessano a professionisti, artigiani, commercianti, imprenditori, insomma ai lavoratori italiani.
Pietro Bussolati è responsabile Imprese e Professioni nella segreteria nazionale del Partito Democratico