Bene le risorse per le imprese, ma ora sarà determinante il fattore tempo

La dimensione finanziaria del Decreto Rilancio con una manovra da 55 miliardi di euro non ha precedenti nella storia di politica economica come non ha alcun confronto la crisi che sta vivendo il Paese a causa del Covid-19. Il corposo provvedimento fornisce risposte significative alle sollecitazioni presentate dal mondo delle piccole imprese e della CNA per individuare risposte efficaci per mitigare il terribile impatto sull’intero tessuto economico.

Il decreto rappresenta soprattutto un risarcimento rispetto ai ritardi, e a un tasso non trascurabile di confusione, nel definire misure e interventi nella prima fase della crisi provocata dalla pandemia. La filosofia del decreto poggia sulla necessità di fornire risposte e compensazioni, almeno in parte, a una platea molto estesa di imprese e cittadini che stanno accusando perdite ingenti di fatturato e di redditi.

L’efficacia della manovra dipende da due elementi cruciali: l’entità delle risorse mobilitate e la rapidità con la quale verranno distribuite. Il decreto risponde in modo positivo al primo punto. Ora è fondamentale imparare dai recenti provvedimenti e procedere speditamente. La variabile tempo farà la differenza. Gli impegni assunti con il decreto devono trasformarsi urgentemente in atti concreti. E’ vitale per la tenuta economica e sociale del Paese che le risorse stanziate vengano trasferite rapidamente ai legittimi beneficiari, a iniziare dalla liquidità.

Nel merito, gli indennizzi a fondo perduto, l’estensione del credito d’imposta sulle locazioni, il taglio di IRAP e bollette, il potenziamento della cassa integrazione e soprattutto dell’Ecobonus, la cancellazione delle clausole di salvaguardia rappresentano le note più positive della manovra da 55 miliardi.

Si deve tuttavia fare di più per le micro-imprese, che non possono beneficiare della cancellazione del versamento IRAP, e per i settori del turismo e del trasporto persone le cui prospettive per i prossimi mesi si presentano assai cupe. Si può sempre fare di più e meglio. L’auspicio è che nell’iter parlamentare possano essere apportate quelle modifiche per migliorare l’efficacia del provvedimento.

Le prossime settimane saranno cruciali per definire la traiettoria economica dell’Italia. La riapertura delle attività deve procedere spedita, evitando che l’attuazione delle disposizioni a tutela della salute ne ostacolino la ripresa.

Adesso però è necessario avviare con rapidità il cantiere della Fase 3, quella delle misure strutturali che consentano di recuperare la crescita robusta che manca all’Italia da decenni. Perché la crisi provocata dalla pandemia non deve far dimenticare i mali che affliggono il Paese e che attendono soluzioni da molto tempo. Una Fase che dovrà caratterizzarsi per una inedita e straordinaria eliminazione dei freni burocratici all’iniziativa economica e agli appalti, a partire da quelli piccoli immediatamente cantierabili, per una profonda riforma della fiscalità in ottica di semplificazione e riduzione della pressione sulle imprese, per una modernizzazione della legislazione sul lavoro.

Sfide complesse ma non eludibili, che si possono vincere con il contributo di tutte le componenti vitali della società.


Sergio Silvestrini è segretario generale CNA