Fare politica, lo dice la parola stessa, significa occuparsi della cosa pubblica. Gli strumenti per farlo sono il confronto, lo studio, il dialogo e la responsabilità. Ciò che sta succedendo in questi ultimi giorni in molte piazze d’Italia preoccupa nella misura in cui non c’è il desiderio da parte dei manifestanti di avanzare le loro rivendicazioni alle istituzioni, quindi tentare di fare politica.
L’unico fine è il mezzo stesso, ovvero la violenza fisica e verbale contro l’ordinamento democratico e le istituzioni che lo disciplinano e preservano. Chi c’è dietro tutto questo? Qual è il vero scopo di sceneggiate grottesche, anacronistiche e revansciste? Le urla di un personaggio caricaturale come Pappalardo, le folli teorie cospirazionistiche dei suoi gilet arancioni, i leader della destra istituzionale che sfilano a Roma per la festa della Repubblica seguiti da un orda di personaggi che augurano la morte al Presidente della Repubblica.
E ancora, Forza Nuova e ultrà di estrema destra hanno voluto rimarcare, semmai ce ne fosse stato bisogno, che sono dei fascisti. E lo hanno fatto acclamando il nome del duce, violando la Costituzione.
Cosa lega tutti questi eventi? Esiste un filo conduttore che accomuna le varie manifestazioni, se così possiamo definirle? Sicuramente hanno un comune denominatore: la demagogia. La volontà di raccontare un mondo che non esiste, la ricerca di congetture prive di ogni logica ma volte a disegnare una realtà del tutto inesistente.
È un gioco vecchio, quello di metter su le masse per far traballare le istituzioni ed indebolire la democrazia. Abbiamo assistito molte volte a giochi di potere spesso finanziati da gruppi di pressione che celavano oscure trame.
Quello che sta avvenendo è sotto gli occhi di tutti. Non possiamo più tollerare certi atteggiamenti, occorre maggiore responsabilità da parte di tutti noi. Le istituzioni democratiche sono forti se i cittadini sono dalla loro parte. Se il senso civico di ognuno di noi unito al rispetto per la società civile stanno alla base del nostro vivere in Società.
Non occorre lo Stato forte ma il cittadino responsabile. Per questo dobbiamo salvaguardare, ogni giorno, le nostre libertà, i nostri diritti ed i nostri doveri.
Ed il nostro primo dovere è quello di garantire la sopravvivenza della società civile democratica respingendo ogni attacco autoritario. L’alternativa alla democrazia è il totalitarismo. Conosciamo bene la storia dei regimi dispotici e totalitari. Hanno sempre condotto a sciagure e stermini di massa in nome di ideali spesso illogici ma fatti passare come dogmi dai fanatici di turno.
Per questo non dobbiamo sottovalutare ciò che sta succedendo, anche se ci appare grottesco e privo di senso. L’informazione e la cultura saranno sempre le nostre barriere contro ogni tipo di violenza e contro ogni fanatismo, sia esso politico o religioso.