La sfida della riconversione ecologica è davanti a noi e stiamo cominciando a coglierla

Con una mozione di maggioranza a mia prima firma, il Senato ha impegnato il governo a dichiarare nel nostro Paese l’emergenza ambientale e climatica e ad agire di conseguenza. Palazzo Madama ha compiuto un passo che assume un significato ancora più rilevante nell’avvio della Fase3, quella del rilancio della società e dell’economia italiane dopo il lockdown necessario per affrontare la pandemia da Covid19, che ha portato a 33mila vittime.

In questa situazione di crisi, è sempre più evidente che la rinascita dell’Italia non può che passare attraverso un nuovo modello di sviluppo che promuova una società più inclusiva, equa e sostenibile e quindi sugli investimenti in questa direzione. Dobbiamo puntare sull’innovazione e sulla ricerca, sulla transizione ecologica verso la neutralità carbonica, sulle produzioni efficienti, sulla rigenerazione urbana, sulla mobilità sostenibile, sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili, sulla diminuzione del consumo di suolo, sulla rigenerazione urbana, sulla lotta ad ogni forma di inquinamento e sull’economia circolare.

La preoccupazione per l’emergenza climatica che mette a rischio la vita sul Pianeta e che ha portato milioni di ragazzi del Fridays for Future nelle strade di tutto il mondo è stata accantonata dall’opinione pubblica durante la crisi per la pandemia, ma è un problema quanto mai attuale. Come ha rilevato il Copernicus center, maggio 2020 è stato il mese più caldo di sempre, con temperature più alte in media di 0,63 gradi centrigradi sul tutto il pianeta, che si sono tradotte in 10 gradi in più in Siberia. Sappiamo da molto tempo, dalle elaborazioni dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) dell’Onu, che sono rimasti poco più di 10 anni per scongiurare un aumento della temperatura media sul pianeta superiore ai 2 gradi centigradi, che porterebbe all’innescarsi di fenomeni climatici potenzialmente irreversibili per la vita. Come ben sappiamo, ogni anno, il mutamento in corso comporta danni ambientali, migrazioni, ingenti problemi sanitari. Solo l’Italia ha speso tra il 1998 e il 2018, come hanno documentato Cnr e Protezione civile, 20 miliardi di euro per riparare i danni dovuti al dissesto per frane, alluvioni ed esondazioni.

L’Unione europea ha da tempo deciso di guidare nel mondo la transizione verso un’economia e una società più sostenibili, promuovendo un’articolata legislazione in materia e i negoziati per il Protocollo di Kyoto, l’accordo internazionale per contrastare il riscaldamento climatico e quindi per ridurre le emissioni di gas climalternati di anidride carbonica in atmosfera e per la sua piena attuazione, attraverso le ricorrenti Conferenze delle parti (Cop).

In coerenza con questa storia, la nuova Commissione europea guidata dalla presidente Ursula Von der Leyen ha lanciato a gennaio il progetto del “Green New Deal”, per finanziare tra il 2021 e il 2027 la transizione verso la neutralità climatica del nostro continente entro il 2050. Lo strumento individuato è InvestEu con 1000 miliardi di investimenti diretti. Non solo, “Next Generation Eu”, la proposta di Bilancio Ue 2021-2027, cui si è affianca il “Recovery Instrument” di 750 miliardi di euro per rilanciare l’economia dopo il Coronavirus, prevedono quale pilastro fondamentale la transizione verde e digitale e l’accelerazione verso la neutralità carbonica. In questo contesto molti Stati membri hanno già dichiarato l’emergenza climatica e ambientale, per far convergere ogni sforzo verso l’obiettivo della neutralità carbonica al 2050. Con questa mozione, come Senato abbiamo impegnato il governo ad un piano complessivo e innovativo di straordinaria portata, scandito in 22 punti specifici, dichiarando l’emergenza climatica ed ambientale per utilizzare appieno tutti gli strumenti già previsti e mettere in campo ulteriori politiche dedicate.

Si tratta di continuare a ridurre le emissioni e di puntare a decarbonizzare l’economia, di impegnarsi per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti del clima già in atto, di rafforzare le misure del piano nazionale integrato per l’energia e il clima, di rivedere tutti gli incentivi esistenti per l’efficientamento energetico e tutti i sussidi ambientalmente dannosi, di mettere in campo politiche di trasporto, edilizia e modelli di produzione sostenibili nell’ottica dell’Economia circolare, di rigenerare le città e gli edifici pubblici e privati, di mettere in sicurezza il territorio.

Molti passi avanti sono già stati compiuti, per esempio stiamo adottando le nuove direttive per l’ Economia circolare, per puntare sul riciclo, il recupero, il riuso, la riduzione e l’eliminazione dei rifiuti, la diminuzione degli impatti ambientali e dell’inquinamento. Il voto unanime appena avvenuto sul primo provvedimento proprio sull’Economia circolare, ove sono stato relatore, è un segnale molto confortante. E’ una scommessa che non possiamo perdere. Oggi è più che mai il momento di raccogliere la sfida del cambiamento, che questa nuova crisi sanitaria ed economica ci pone di fronte, utilizzando l’ambiente e la riconversione ecologica dell’economia come volano imprescindibile verso il futuro.


Andrea Ferrazzi, Capogruppo Pd Commissione Ambente e Territorio Senato, Vicepresidente Commissione Ecomafie