Legge sui parchi Toti-Mai: ecco come è stato lacerato il sistema regionale delle aree protette

Aldilà delle valutazioni di merito che sono state riprese puntualmente dalle associazioni ambientaliste, preme sottolineare un atteggiamento dilettantistico della giunta regionale Ligure. Trattano  argomenti complessi e delicati – e le aree protette lo sono – senza il necessario approfondimento e una adeguata interlocuzione legislativa.

Insomma la solita superficialità, con la quale spesso si affrontano argomenti sconosciuti e mai studiati. E l’attenzione che si è avuta in questi anni nel sistema dei parchi si appalesa dal numero di Enti commissariati Ben quattro, Alpi Liguri, Aveto, MontemarcelloMagra e Portofino.), dai direttori a scavalco (il dirigente del servizio aree protette della Regione Liguria dirige 3 parchi). Per completare il quadro aggiungerei anche la mancata trasformazione del Parco Regionale di Portofino in Parco Nazionale.

Si vuole fare un parco francobollo, strizzando l’occhio ai vari portatori di interesse e di voti, non cogliendo l’opportunità di una migliore conservazione della natura, di una proiezione internazionale del territorio, con importanti ricadute anche sul piano economico, liberando pure energie finanziarie per le aree protette regionali.

Pensate con un colpo solo quante occasioni perdute. Infine, da ultimo ma non meno importante, il tentativo, mai smentito ufficialmente e tenuto a galleggiare per anni, di soppressione del parco di MontemarcelloMagra. Questo è il background della legge sui parchi targata Toti-Mai, i cui articoli più “pesanti” sono stati dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale. Una legge regionale che ha fatto strame della legge fondamentale dei parchi, la 394/91. Si riducevano i perimetri delle aree protette senza consultare gli enti parco e gli enti locali; la pianificazione di parco non era più prevalente rispetto ad altre pianificazioni; si sono cancellate aree protette locali e non si sono istituiti nuovi parchi, e altro ancora come riportato in dettaglio dagli organi di stampa.

Criticità che erano state segnalate per tempo anche da Federparchi Liguria ma, come sempre è successo, sono rimaste lettera morta.

In questi 5 anni di legislatura ‘Totiana’ si è lavorato alacremente alla lacerazione del sistema regionale delle aree protette liguri, al cui successo voglio ricordare hanno lavorato nei decenni precedenti giunte diverse, anche politicamente molto distanti. Il centrosinistra di Mori e Banti varò la legge e  fece nascere i  parchi, il centrodestra di Biasotti e Orsi né approvò i piani e mai mise mano per legge ai suoi confini (quelli li decideva la comunità e normalmente la Regione  li approvava , come del resto si faceva per gli organismi dirigenti). Si vigilava ma non si ingeriva nel governo del territorio.

Principi stravolti con l’avvento di questo centrodestra, tutto chiacchere e distintivo. Le prime dichiarazioni del presidente Toti e del disorientato assessore Mai fanno intendere che di questa legge se ne riparlerà la prossima legislatura, verificando se e come riproporre le tematiche oggetto di rilievo da parte della Consulta. Questo è un punto importante di valutazione politica, i liguri avranno un elemento in più per giudicare l’operato di questa amministrazione regionale e trarne le debite conclusioni. Una amministrazione lontana dalle tematiche ambientali e sui parchi; una amministrazione che non ha saputo beneficiare della utilità delle aree protette nel contrasto alle fragilità territoriali della Liguria (le cui responsabilità, ad onor del vero, sono più diffuse), alla conservazione della biodiversità, improntate ad uno sviluppo più sostenibile. Il futuro della Liguria passa dalla corretta gestione del territorio, impegnandosi nel correggere errori e sottovalutazioni del passato, valorizzando energie scarsamente utilizzate. Non credo che questa coalizione di destra, per natura e per cultura, abbia le carte in regola per dare risposte positive su queste indispensabili tematiche.

Massimo Caleo coordinatore nazionale del dipartimento parchi e aree protette del Pd