Oltre la propaganda dei Decreti Sicurezza per azzerarne gli effetti negativi

Il Tavolo di maggioranza che si sta riunendo da alcune settimane al Viminale per modificare i Decreti Salvini si avvia alla conclusione dei lavori. Il testo che si sta delineando è molto avanzato e va ben oltre le semplici osservazioni del Capo dello Stato.

Un passo avanti notevole e non scontato, soprattutto se pensiamo ad alcune delle posizioni iniziali da cui ha preso il via il confronto. Un risultato reso possibile dall’atteggiamento costruttivo tenuto da tutte le forze politiche e dalla proposta di partenza avanzata dalla Ministra Lamorgese.

Una proposta messa a punto al Viminale già nei mesi precedenti al blocco imposto dal lockdown e argomento di un incontro ufficiale a Palazzo Chigi a inizio Febbraio.
L’obiettivo condiviso è quello di azzerare completamente gli effetti negativi che quei Decreti hanno avuto sul tema dell’immigrazione.

E sono effetti rilevanti. Basti pensare, ad esempio, che l’abolizione della “protezione umanitaria” ha creato 30.000 irregolari in più nel giro di pochi mesi. Persone che invece avrebbero potuto vedersi riconoscere una forma di protezione che gli avrebbe permesso di integrarsi più facilmente nella nostra società, trovare un lavoro regolare e costruirsi una prospettiva di vita in piena legalità. Tutte elementi che sarebbero stati positivi non solo per i diretti interessati, ma per tutti. Perché favorire legalità e integrazione è nell’interesse delle comunità ospitanti come degli stranieri.

Alla base delle politiche di Salvini sull’immigrazione c’è stata sempre e solo la propaganda. Lo dimostrano, oltre all’abolizione dell’umanitaria, anche le scelte di escludere i richiedenti Asilo dal sistema comunale di accoglienza (ex Sprar) e di concentrarli in grandi centri con minori servizi basilari e nessuna forma di integrazione; l’assurdo divieto di registrarli nelle Anagrafi impedendo così ai Sindaci di sapere chi c’è sul territorio; l’impossibilità di fargli svolgere attività di volontariato spingendoli all’inattività forzata; aggiungere alle sanzioni penali quelle amministrative alle navi che salvano vite in mare per alimentare la propaganda dei “porti chiusi”, in realtà concretamente quasi mai messa in atto.

Ma la propaganda si scontra con la realtà e con i numeri.

Chi aveva promesso di ricollocare facilmente 600.000 stranieri irregolari non solo è andato molto lontano dal risultato, ma ne ha ricollocati al mese meno del Governo precedente, con Ministro Minniti, e il 600% in meno di quello attuale sotto la guida di Luciana Lamorgese. Chi aveva attaccato l’Europa perché non abbastanza solidale nel gestire gli arrivi ha ricollocato in altri Paesi europei in media meno migranti, anche in questo caso, di chi l’ha preceduto e di chi l’ha sostituito. Questi sono i fatti.

Sono questi gli aspetti su cui ci siamo concentrati principalmente e che verranno spazzati via. Ma non ci fermeremo qui, perché ci saranno alcune modifiche che vanno oltre e contribuiscono a delineare una parte di nuove politiche dell’immigrazione. Come, ad esempio, l’accordo per modificare la norma sulla convertibilità della maggior parte dei permessi in soggiorno in permessi di lavoro o quello per rendere ancora più efficace di prima il sistema di accoglienza e integrazione.

A chi ha l’obiettivo di alimentare il conflitto tra italiani e migranti per costruirsi consenso politico ed elettorale noi contrapponiamo a testa alta le nostre politiche di concretezza, valori e pragmatismo. Così come abbiamo fatto quando abbiamo varato il Decreto sulla Regolarizzazione che – a un mese dalla sua conclusione – ha già registrato oltre 130 mila domande presentate. ‬‬

Siamo convinti che serva una revisione ancor più profonda delle politiche sull’immigrazione che deve passare dal superamento della Bossi-Fini, una legge sbagliata e vecchia.

E’ necessario rivedere le politiche sulla cittadinanza e stabilire nuovi meccanismi di ingresso legale e regolato nel nostro Paese, combattendo così il fenomeno dell’immigrazione illegale. Serve per questo una nuova Legge varata dal Parlamento e figlia di un dibattito trasparente e pubblico, aperto a tutta la società.

Continueremo in questi giorni a lavorare sul nuovo Decreto Immigrazione con l’obiettivo di arrivare a un ottimo accordo sottoscritto da tutta la maggioranza. Senza mai perdere di vista un elemento di fondo però. E cioè che i fenomeni migratori sono alimentati da sempre dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze, che colpiscono con violenza gli esseri umani.

A volte nella storia siamo stati noi a emigrare, altre volte altre genti hanno cercato da noi un futuro migliore. Il compito della Sinistra era e rimarrà sempre quello di combattere quelle ingiustizie e quelle disuguaglianze ovunque siano.

Matteo Mauri è viceministro dell’Interno