Da Fontana tante chiacchiere ma zero autocritica

Dopo tre settimane dalle richieste delle opposizioni, Fontana si è finalmente presentato in aula con l’obiettivo di fare chiarezza sulle tante questioni che riguardano la sua amministrazione, in particolare sulla vicenda dei camici. Fino ad oggi Fontana non ha voluto dichiarare nulla, mandando avanti di volta in volta un assessore diverso come paravento.

Purtroppo nonostante oltre un’ora di intervento il Presidente lombardo ha pienamente omesso di fornire informazioni utili all’aula consiliare lombarda per fare chiarezza su come sia stato possibile mentire spudoratamente ai cittadini e alla magistratura, dichiarando il 7 giugno che nulla sapeva della fornitura (inizialmente a pagamento) dell’azienda della moglie e del cognato a Regione Lombardia, per poi scoprire che nel frattempo pasticciava con conti all’estero per pagare il cognato rispetto alla fornitura stessa.

Fontana si è ampiamente scagliato contro tutti, la colpa è sempre degli altri, Cina, OMS, Governo e chissà chi, ma nemmeno mezza parola di autocritica.
Tra le tante accuse non c’è stata l’umiltà di chiedere scusa. Scusa ai lombardi che hanno visto pochi tamponi per i propri famigliari, scusa per i test sierologici bloccati, per aver ritardato l’aggiudicazione delle gare che aprivano a test di altre aziende rispetto a quella che aveva stipulato un accordo con la Fondazione scientifica, il cui direttore era anche coordinatore del tavolo sui test sierologici.
Fontana ha affermato che non fosse sua responsabilità erogare strumenti di protezione; l’autonomia amministrativa rivendicata con forza a tutti i tavoli viene dimenticata quando c’è da mettere in campo azioni per proteggere i lombardi, come nelle zone rosse attivate in tutta Italia tranne che in Lombardia, così nell’erogazione di mascherine e camici per medici di base, ospedalieri, infermieri e personale delle strutture sociosanitarie.

Scusa, una parola semplice che il Presidente avrebbe dovuto rivolgere agli ospiti delle RSA e ai loro famigliari, dimenticati in tutta la prima fase della pandemia e poi costretti ad ospitare malati convalescenti di Covid, proprio a contatto con la generazione che più ha subito la ferocia del virus.

Avremmo voluto sentire le sue scuse per le polemiche inutili sentite da lui e dai suoi assessori in questi mesi, ad esempio sulle mascherine fornite dalla Protezione Civile, salvo poi scoprire che la produzione lombarda delle mascherine è stata accatastata nei magazzini e nascosta perché palesemente inidonea e per non irretire medici e infermieri.

Nessuna scusa sull’assenza della continuità assistenziale, il mancato potenziamento delle unità mobili, la decisione di concentrarsi solo sul potenziamento delle terapie intensive. Fontana ha insistito sull’utilità del centro di terapia intensiva di Fiera, un centro vuoto su cui si sono spesi milioni di euro di donazione e di cui al momento non è chiaro né il costo effettivo né il suo destino.

Davanti a questo quadro desolante, alla assoluta incapacità di farsi carico della situazione lombarda, all’impossibilità di essere empatico verso la popolazione lombarda che ha sofferto sulla sua pelle la furia del virus e l’inettitudine di una gestione assurda della pandemia, quasi passa in secondo piano l’enorme pasticcio compiuto sulla vicenda camici. Il 10 maggio il Direttore generale della centrale acquisti informa la Presidenza lombarda della compravendita con Aria. Successivamente alle domande dei giornalisti quella compravendita viene trasformata in una donazione. Fontana usa un fondo all’estero milionario e scudato per pagare il cognato, socio di maggioranza della società fornitrice. E il 7 giugno afferma di non saperne nulla e di querelare chiunque dica il contrario.

Con che coraggio Fontana vuole rappresentare i lombardi dopo avergli spudoratamente mentito? Con che coraggio la maggioranza vuole continuare in una gestione amministrativa che fa acqua da tutte le parti?

Come Partito Democratico non possiamo che lavorare per dare alla Lombardia un futuro più solido, lavoreremo per far cadere questa Giunta incompetente e inadeguata con qualsiasi strumento possibile, Fontana per rispetto ai lombardi deve andare a casa.