Sarebbe opportuno che i parlamentari che hanno chiesto ed ottenuto il bonus Inps per l’emergenza Covid si facessero avanti e chiedessero scusa agli italiani e agli altri colleghi parlamentari che si comportano con dignità e onore come stabilisce l’ordinamento.
A volte l’opportunità dei comportamenti vale quanto la legalità. Questo è uno di quei casi e davvero non c’è molto da argomentare. Non è giustizialismo o anti politica chiedere che la funzione parlamentare venga svolta con sobrietà e misura oltre che nei limiti della legalità. La crisi degli istituti parlamentari dipende anche da comportamenti che spesso hanno gonfiato le vele già potenti dell’antipolitica. Certi comportamenti hanno talora tolto rispetto per una funzione delicatissima per la democrazia.
Ma bisognerebbe domandarsi anche perché la selezione della rappresentanza parlamentare ha prodotto in molti casi personaggi improbabili per capacità, per sobrietà, per adeguatezza a ricoprire una funzione pubblica così alta. Sono domande essenziali ed attuali alla vigilia di un referendum per la riduzione del numero dei parlamentari e di una riforma elettorale invece ancora in alto mare.
Nessuna riforma elettorale e nemmeno la riduzione dei seggi potrà risolvere il tema di un’adeguata formazione delle classi dirigenti.
C’è un tema di formazione, di adeguatezza, di stile che sono componenti essenziali di una classe dirigente e che non possono essere risolte per via tecnica ma solo attraverso un processo culturale e morale che riguarda i partiti, i soggetti della democrazia, la capacità di selezionare a partire dal merito, dalle qualità e non attraverso modalità estemporanee basate solo sulla fedeltà che conducono alla promozione di figure spesso inadeguate e improbabili. Personaggi che non possono che spingere l’antipolitica a divenire sentimento prevalente.
Ecco perché quanto accaduto va aspramente criticato non in nome del populismo ma in nome e in difesa della buona politica e della dignità del Parlamento.