Un dibattito in cui sono stati toccati tutti i temi più importanti legati al rapporto dell’Italia con l’Europa al tempo del Covid, ma anche quelli caldi delle prossime scadenze elettorali, con la scelta di votare Sì al referendum sul taglio dei parlamentari.
E poi il classico giro della Festa con il saluto ai volontari e l’esortazione: “Grazie di tenere aperta la Festa, bravissimi. Fa sentire che la vita un po’ ritorna”. È un Paolo Gentiloni che per un giorno ritorna nei panni di leader di partito e si ritrova in mezzo alla sua gente – a suo agio come non mai – quello che si è visto ieri a Modena, alla Festa nazionale dell’Unità.
Nell’intervista condotta da Lina Palmerini il commissario europeo all’Economia ha invece tenuto a sviscerare con puntigliosità quale sia stato il percorso che ha portato alla svolta europea di luglio, con il via libera ai 750 miliardi del Recovery Fund. Una decisione che Gentiloni ha definito “completamente imprevedibile, senza precedenti”.
Per Gentiloni sono state due le molle che hanno portato all’adozione di strumenti del tutto straordinari e impensabili appena qualche mese fa: la solidarietà innanzitutto, per il commissario “un valore fondativo della nostra cultura politica e dell’Europa”; ma poi anche “la preoccupazione che la crisi potesse incrinare l’intero edificio europeo”. Sulla possibilità che possa trattarsi di una svolta strutturale, e non solo di una parentesi destinata a chiudersi a emergenza conclusa, Gentiloni non ha nascosto il suo ottimismo perché, ha spiegato: “Questa spinta così straordinaria interpreta un bisogno effettivo e può essere il primo passo di un’Europa completamente diversa da quella che abbiamo conosciuto finora”.
E il commissario all’Economia ha ripercorso dal palco di Modena i momenti più difficili dei giorni della crisi. “Ci sentivamo ogni mattina per fare il punto sull’emergenza – ha ricordato – e all’inizio è stato bruttissimo. Ricordo che abbiamo impiegato i primi giorni a risolvere il problema del blocco di Francia e Germania all’esportazione di mascherine verso gli altri paesi europei. È da questo che siamo partiti”. Poi in pochissimi giorni siamo arrivati all’iniziativa degli Eurobond e dell’emissione di debito comune. “Cento giorni – ha detto Gentiloni – hanno cambiato dieci anni di storia e di divisioni europee”.
E adesso l’Europa, è l’opinione del commissario, “è la superpotenza tranquilla che può diventare un modello vincente per i prossimi anni”. Ma questo, ha aggiunto, dipenderà dal successo dell’operazione partita con il Covid e con l’emissione di debito comune. Se questa scelta funzionerà e migliorerà davvero l’economia europea, e dunque se i soldi verranno usati bene e l’Europa riuscirà a trovare le risorse per ripagare il debito, per Gentiloni “questa operazione non sarà una tantum”.
E l’Italia, il Paese che ha ricevuto più di tutti, svolgerà un ruolo cruciale in questo percorso. Dunque davanti a noi “c’è una sfida enorme” che deve portarci a individuare le priorità per spendere bene questi soldi.
Perché, ha ricordato “noi della Commissione europea non siamo intermediari finanziari che girano soldi ai governi nazionali” e dunque “i piani non si approvano a scatola chiusa”, motivo per il quale “stiamo mettendo fretta a governi, chiedendo di presentare le prime bozze a metà ottobre, così avremo qualche mese per dialogare”.
“Quello che deve entrarci in testa – ha esortato da Modena Gentiloni – è che una massa di risorse come questa, con delle regole di bilancio così liberali, non ricapiterà più, perché i limiti alla spesa torneranno, dal momento che non possiamo indebitarci in eterno”.
Sul fronte interno, a proposito del referendum sul taglio dei parlamentari Gentiloni ha annunciato: “Voterò Sì, così come credo deciderà di fare anche la comunità politica a cui appartengo e che è quella del Pd”, spiegando: “quello che mi auguro è che questa riduzione possa innescare un processo positivo, ad esempio sul modo in cui si scelgono i parlamentari e sugli strumenti che gli vengono messi a disposizione”.
E a proposito delle elezioni regionali: “Dobbiamo ringraziare il Pd e Nicola Zingaretti, che si sta spendendo moltissimo. Grazie Nicola per quello che stai facendo”.
“Abbiamo sofferto la nascita del Conte II, ma poi questo governo si è differenziato dal Conte I per il rapporto con l’Europa. Questo governo ha riportato l’Italia nel solco della politica europea e questo è merito del Pd. La leadership del Pd ha lavorato per questo risultato. Abbiamo fatto bene a scegliere Nicola e gli sono grato per quello ha fatto e sta facendo in questo periodo”, ha concluso.