Cambiamo il nostro presente. Da Taranto la svolta green che i cittadini meritano

Lo stabilimento siderurgico ex Ilva ha sempre rappresentato per Taranto la più grande industria e la più importante risorsa per l’economia locale, ma anche una pesante eredità per l’ambiente e la salute di lavoratori e lavoratrici, cittadine e cittadini.

Taranto è insomma emblema del modello di sviluppo del passato, ma può e deve essere la testimonianza di un modello di sviluppo radicalmente diverso. Non evocato, ma realizzato.

Come spesso accade da una grande tragedia – quella che abbiamo alle spalle con l’emergenza Covid – nasce una grande opportunità: grazie al lavoro del Pd al Governo e in Europa oggi possiamo iniziare a cambiare davvero il nostro presente e salvare il nostro futuro.

Negli ultimi dieci anni la posizione del Partito Democratico è stata quella di tentare in tutti i modi di coniugare lavoro e ambiente, occupazione e difesa dell’ecosistema, arrivando – unico caso in Italia – alla decisione di un commissariamento per ragioni ambientali di un’attività produttiva che per dimensioni e caratteristiche ha sempre avuto un impatto enorme sul territorio e la comunità di Taranto.

Oggi una vera e propria svolta ecosostenibile, radicale e profonda, è indispensabile, per Taranto, per l’Italia, per l’Europa. I fondi del programma Next Generation EU prevedono che almeno il 30 % di quelle risorse sia destinato a sostegno di obiettivi climatici e della decarbonizzazione (neutralità climatica al 2050 e obiettivi sfidanti al 2030 che l’Europa rivedrà al rialzo proprio in questi prossimi giorni), il programma del Green Deal Europeo 1.000 mld in 10 anni, il Just Transition Fund per accompagnare la transizione ambientale supportando i territori e i settori più gravati dall’impatto della transizione come appunto quello strategico dell’acciaio, sono strumenti straordinari ma oggi nella nostra disponibilità.

Il Pd è la forza che vuole guidare questa transizione: noi non siamo quelli che si limitano a elencare i problemi, né tantomeno quelli che questi problemi li negano e che ancora pensano che le ragioni della produzione e dell’economia possano prevalere su quelle della salute delle persone e dell’ambiente.

Il Partito Democratico chiede al Governo:

  • di fare al più presto una verifica del Piano Mittal e, comunque, dell’attuale impianto produttivo a ciclo integrale con specifica e dettagliata valutazione preventiva del rischio sanitario, in modo da poter verificare da subito se e cosa sarebbe ancora possibile produrre con quell’impianto (magari con il distanziamento dei nuovi impianti dall’abitato) e quelle modalità produttive nelle more della necessaria riconversione green dello stesso, senza rischi inaccettabili per la salute di cittadini e lavoratori e salvaguardando, in ogni caso, i livelli occupazionali, mediante la creazione di altri strumenti occupazionali utili per tutta l’area ionica;
  • di dettagliare al più presto, e con la necessaria partecipazione dei cittadini e delle istituzioni locali, l’utilizzo del Just Transition Fund (di cui Taranto sarà uno dei principali progetti pilota) e del Recovery Fund per progettare la progressiva decarbonizzazione e il futuro di una fabbrica moderna, tecnologicamente avanzata, se possibile con riduzione del perimetro dello stabilimento rispetto a quello attuale. L’applicazione di misure importanti, già introdotte grazie al lavoro del nostro Governo: fiscalità di vantaggio, rafforzamento delle ZES, credito di imposta e sostegno alla ricerca, sviluppo di un turismo sostenibile e di qualità.

Oggi a Taranto e in Puglia, si decide esattamente tra questo: si tratta di scegliere tra chi pensa di guadagnare un po’ di consenso soffiando sulle paure delle persone – per la propria salute o il proprio lavoro – e chi invece vuole essere il motore di un cambiamento necessario e finalmente possibile.

Non possiamo permetterci che la Puglia torni indietro sulla strada della tutela e valorizzazione del suo ambiente, del suo paesaggio, delle bonifiche da realizzare – a partire dal SIN di Taranto appunto – che non sono solo le aree industriali dismesse, della qualità delle sue acque e del suo territorio. E neanche sul terreno della legalità e dei diritti delle persone a vivere in un luogo bello e sicuro.

Non possiamo regalare alla destra – che nega i cambiamenti climatici e che propone a ogni occasione la ricetta dell’ennesimo condono edilizio – una terra che ha dimostrato invece in questi anni come proprio sul valore del territorio, del suo ambiente, delle imprese che scommettono su innovazione e sostenibilità si può costruire benessere e generare le condizioni perché le giovani generazioni restino in quella terra a costruire il loro futuro.

Oggi abbiamo le condizioni e anche la volontà di scrivere una pagina nuova per Taranto, imparando anche dagli errori del passato; da un metodo differente, più basato sull’ascolto, sulla valorizzazione di chi quella terra la conosce e la ama, di chi si è battuto da anni nel pretendere lavoro e salute.

Il Pd è al loro fianco, nel supportare le istituzioni locali e nel sostenere il Governo perché una pagina nuova su scriva per Taranto. Per rimediare ai danni del passato, per risarcire i cittadini e i lavoratori di Taranto ma anche per costruire una nuova pagina di sviluppo e di lavoro, che punti finalmente sulla sostenibilità ambientale e sociale.