La solidarietà fra stati membri si vede nelle situazioni di difficoltà. Come quella che sta passando la Bielorussia, agitata dalle tante manifestazioni di piazza represse violentemente a Minsk e in tutte le principali città del Paese. Ma oggi l’Europa batte un colpo e prende posizione chiaramente: il Parlamento europeo ha chiesto, infatti, sanzioni contro il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. In una risoluzione adottata oggi con 574 sì, 37 no e 82 astensioni, il Parlamento ha respinto i risultati ufficiali delle “elezioni presidenziali” – il virgolettato è d’obbligo – che si sono svolte in Bielorussia il 9 agosto, perché svolte “in flagrante violazione di tutti gli standard riconosciuti a livello internazionale”.
Questo vuol dire che, scaduto “il mandato del leader autoritario uscente Aleksandr Lukashenko” (il 5 novembre prossimo), il Parlamento non lo riconoscerà più come presidente del Paese, si legge nel testo. Il Parlamento inoltre chiede “nuove elezioni il prima possibile” condotte sotto “la supervisione internazionale” e “supporta i cittadini bielorussi che manifestano per la libertà e la democrazia” oltre a “condannare la repressione di Internet e dei media”. Nel frattempo, gli eurodeputati accolgono con favore il Consiglio di coordinamento recentemente istituito come “rappresentanza ad interim del popolo che chiede un cambiamento democratico” in Bielorussia, aperto a tutti gli attori politici e sociali.
Una posizione chiara e netta fra Paesi democratici. Ma indovinate chi è che ha deciso di astenersi? La Lega. Pd, M5s, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato a favore. Il partito di Salvini, invece, ha ritenuto di non dover esprimere una opinione (ovviamente facendo capire benissimo da che parte sta). Dalla parte di chi non riconosce i valori fondanti dell’Europa.
Immediate le reazioni in Italia. Per primo il segretario dem Nicola Zingaretti che non usa mezze misure: “Che schifo“. Seguono i commenti indignati da parte dei parlamentari ed europarlamentari del Pd. Filippo Sensi mette in evidenza come la decisione di astenersi colloca chiaramente non solo la Lega ma anche i suoi europarlamentari, fra cui ricordiamo c’è anche la candidata alla Presidenza della Regione Toscana Susanna Ceccardi, in un quadro chiaro in Europa, in Italia e in Toscana.
Una decisione, quella della Lega, che pesa e che peserà.