Le regionali e quell’onda verde che da sola non basta

I dati delle ultime elezioni regionali esprimono a mio giudizio un significativo paradosso.

Le liste che a vario titolo si propongono come verdi e ambientaliste si muovono su percentuali che viaggiano tra l’1 e il 2%, superando solo in Puglia e in Toscana la soglia del 2% ma rimanendo comunque ben sotto il 5% e riuscendo ad eleggere in tutto solo quattro consiglieri regionali. Ad esclusione della Valle D’Aosta, dove hanno contribuito alla nascita del Progetto Civico Progressista, con il PD, raggiungendo il 15%.

Allo stesso tempo oltre il 28% degli italiani dichiarano di essere molto preoccupati e attenti per i temi ambientali e i danni creati dall’inquinamento (fonte SWG), e questo livello di attenzione è più che raddoppiato negli ultimi tre anni.

Inoltre, sono sempre di più le aziende attente alla dimensione del consenso e alle analisi sui temi di mercato, che promuovono campagna e messaggi di attenzione ambientale, fino a promuovere progetti aziendali per raggiungere la neutralità carbonica nel 2050.

Come mai nel nostro Paese le istanze ambientali non riescono a trovare una forte casa e a catalizzare significativi risultati elettorali?

Forse proprio perché le istanze ambientali non possono essere un elemento monotematico dell’offerta politica, di “proprietà” di un unico partito. Anzi dovrebbe essere compito di tutti i politici lavorare per il bene comune, occupandosi in modo trasversale delle tematiche legate alla crisi climatica e ai temi ecologici. Creando piano di lavoro condiviso a partire dall’Agenda delle Nazioni Unite 2030 e su come realizzare una concreta transizione ecologica.

Temi che sarebbero catalizzatori di voti, e che devono però incrociarsi con altre tematiche sociali, con il modello di sviluppo, con le preoccupazioni per il lavoro e per la salute.

Per questo penso sia necessario dialogare con tutte le forze della società civile, dai movimenti alle associazioni, e riuscire a dare strumenti, motivazioni, stimoli, elementi di ragionamento per imprimere una maggior forza ai temi ambientali nella Politica.

In particolare nel campo progressista è chiaro che ridurre la frammentazione e sviluppare un progetto politico ecologista, europeista, inclusivo, gentile e unitario potrebbe riuscire a creare una forte Onda Verde anche in Italia, che raccolga fiducia e consensi nuovi e contribuisca anche su questo fronte, cruciale per il nostro futuro, a chiudere la stagione dei populismi.