Disastri naturali raddoppiati in 20 anni. La colpa è dei cambiamenti climatici

La Giornata internazionale per la Riduzione del Rischio dei Disastri Naturali, conosciuta in tutto il mondo come International Day for Disaster Risk Reduction, si celebra oggi, 13 ottobre. La giornata nasce per volere dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989. L’obiettivo dell’istituzione di tale giornata è mandare un importante segnale ai Governi di tutti i paesi del mondo nonché alle organizzazioni internazionali e alla popolazione globale, per riflettere sulla sempre maggiore frequenza e consistenza con cui si verificano le catastrofi naturali.

Insieme all’opera si sensibilizzazione, il compito dell’UNDRR, braccio operativo delle Nazioni unite in questo settore, è quello di sovrintendere all’implementazione del Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, un programma per individuare pratiche di riduzione e prevenzione dei rischi. “Siamo intenzionalmente distruttivi. Questa è l’unica conclusione a cui si può giungere quando si esaminano gli eventi disastrosi degli ultimi vent’anni” dice Mami Mizutori, rappresentante speciale del Segretario generale dell’UNDRR, “Il COVID-19 non è che l’ultima prova che i leader politici e aziendali devono ancora sintonizzarsi con il mondo che li circonda“.

Dal report pubblicato i dati sono davvero preoccupanti.

Tra il 2000 e il 2019 sono stati registrati 7.348 eventi catastrofici di grande portata che hanno provocato 1,23 milioni di vittime, colpendo 4,2 miliardi di persone e causando un danno economico pari a 2,97 bilioni (2,97mila miliardi) di dollari.

Quello che si è verificato è stato un notevole incremento di catastrofi legate ai rischi naturali rispetto al ventennio precedente. Tra il 1980 e il 1999, il numero di eventi catastrofici è stato 4.212, con 1,19 milioni di vittime, 3,25 miliardi di persone colpite e danni per 1,63 bilioni di dollari. La differenza tra i due periodi si spiega principalmente con l’aumento dei disastri legati al clima, inclusi gli eventi meteo estremi: si è passati da 3.656 eventi catastrofici legati al clima tra il 1980 e il 1999 ai 6.681 del ventennio successivo.

Negli ultimi venti anni il numero di inondazioni di grande impatto è quasi raddoppiato, passando da 1.389 a 3.254, mentre le tempestre sono incrementate da 1.457 a 2.034. Inondazioni e tempeste sono stati gli eventi più frequenti.

Il rapporto “Il costo umano dei disastri 2000-2019” registra anche importanti aumenti in altre categorie, tra cui siccità, incendi e eventi di temperature estreme. C’è stato anche un aumento degli eventi geofisici, inclusi terremoti e tsunami, che hanno ucciso più persone di qualsiasi altro pericolo naturale esaminato in questo rapporto.

Mami Mizutorirappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi, ha dichiarato oggi: “Siamo intenzionalmente distruttivi. Questa è l’unica conclusione a cui si può giungere quando si esaminano gli eventi catastrofici degli ultimi vent’anni. COVID-19 non è che l’ultima prova che i leader politici e economici devono ancora sintonizzarsi con il mondo che li circonda“.

“Le agenzie per la gestione dei disastri, i dipartimenti della protezione civile, i vigili del fuoco, le autorità sanitarie pubbliche, la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa e molte ONG – ha aggiunto – stanno combattendo una dura battaglia contro una marea sempre crescente di eventi meteorologici estremi. Più vite vengono salvate ma più persone sono colpite dall’espansione dell’emergenza climatica. Il rischio di catastrofi sta diventando sistemico con un evento che si sovrappone e ne influenza un altro in modi che stanno testando la nostra resilienza al limite. Le probabilità sono contro di noi quando non riusciamo ad agire in base alla scienza e agli allarmi precoci per investire nella prevenzione, nell’adattamento ai cambiamenticlimatici e nella riduzione del rischio di catastrofi“.

Una buona governance del rischio di catastrofi – ha concluso – dipende dalla leadership politica e dalla realizzazione delle promesse fatte quando l’accordo di Parigi e il quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi sono stati adottati cinque anni fa. Il rapporto ricorda agli Stati membri delle Nazioni Unite il loro impegno a rafforzare la governance del rischio di catastrofi e ad attuare strategie nazionali e locali per la riduzione del rischio di catastrofi entro il 2020. Questo è un obiettivo chiave del piano globale per la riduzione delle perdite in caso di catastrofi, il quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi, che è stato adottato in una conferenza mondiale nel 2015. Finora, 93 paesi hanno messo in atto strategie nazionali”.

STATISTICHE PRINCIPALI: 2000-2019
Le statistiche in questo rapporto provengono dal database degli eventi di emergenza (EM-DAT) gestito dal Center for Research on the Epidemiology of Disasters (CRED) che registra i disastri che hanno ucciso dieci o più persone; colpito 100 o più persone; hanno provocato uno stato di emergenza dichiarato o una richiesta di assistenza internazionale.

L’Asia ha subito il maggior numero di eventi disastrosi. In totale, tra il 2000 e il 2019, ci sono stati 3.068 eventi catastrofici in Asia, seguiti da 1.756 eventi nelle Americhe e 1.192 eventi in Africa.

In termini di paesi colpiti a livello globale, la Cina (577 eventi) e gli Stati Uniti (467 eventi) hanno riportato il maggior numero di eventi disastrosi, seguiti da India (321 eventi), Filippine (304 eventi) e Indonesia (278 eventi). Questi paesi hanno tutti masse continentali vaste ed eterogenee e densità di popolazione relativamente elevate nelle aree a rischio.

Complessivamente, otto dei primi 10 paesi per catastrofi si trovano in Asia.

Gli anni 2004, 2008 e 2010 si distinguono di più, avendo avuto oltre 200.000 morti ciascuno. Il più grande evento singolo per numero di vittime è stato lo tsunaminell’Oceano Indiano del 2004, con 226.400 morti; il secondo evento più grande si è verificato nel 2010, quando un terremoto di 7.0 Richter ha colpito Haiti nel cuore della notte, uccidendo circa 222.000 persone e lasciando milioni di senzatetto. Nel 2008, il ciclone Nargis ha ucciso oltre 138.000 persone in Myanmar. Il numero medio di decessi in tutto il mondo dal 2000 al 2019 è stato di circa 60.000 decessi all’annoDal 2010 non ci sono stati mega disastri (100.000 morti) e nessun anno con oltre 35.000 morti.