Un Recovery plan per le donne, per creare più benessere per tutti

Ci troviamo davanti a uno snodo cruciale della nostra storia con una possibilità unica di costruire un nuovo modello di società, lasciandoci alle spalle i paradigmi e gli schemi distorti del passato, partendo dalla più ingiusta delle ingiustizie, il divario di genere. Una disuguaglianza profonda che riguarda, ricordiamolo, non una particolare categoria di persone, ma più della metà della popolazione.


Servono scelte nette e coraggiose, a partire da quella di destinare almeno metà delle risorse del Recovery Fund a politiche che favoriscano la parità di genere e valorizzino il potenziale inespresso delle donne. Il Coordinamento nazionale delle Donne Democratiche ha chiesto al Pd di farsi promotore di questa proposta che avevamo già lanciato, insieme con la mozione approvata al Senato sull’occupazione femminile.

Accogliendola il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha ribadito che l’occupazione femminile deve diventare una priorità. La relazione delle commissioni Bilancio e Politiche Ue che il Senato ha approvato oggi sul Recovery Fund contiene questa prospettiva, che a questo punto chiediamo di rendere concreta.
Investire sulle donne non è infatti solo un’opzione etica, ma significa aggredire uno dei principali freni allo sviluppo del Paese.

Linda Laura Sabbadini ha ricordato recentemente che, secondo Banca d’Italia, portare l’occupazione femminile al 60 per cento dall’attuale livello, al di sotto del 50%, genererebbe un aumento del Pil del 7%. Investire sul lavoro e liberare il tempo delle donne implica, infatti, in concreto, rafforzare i servizi per l’infanzia, far emergere e dare valore al lavoro di cura di bambini, disabili e anziani, organizzare meglio i tempi di vita, condividere il lavoro domestico. L’occupazione e l’impresa delle donne generano ulteriori posti, modelli organizzativi più innovativi, più autonomia per gli individui e maggiore benessere per la società, creano un’economia più forte con un Pil che cresce.


Abbiamo una chance unica di sviluppo per l’Italia e dobbiamo coglierla in pieno, non solo per le donne ma per il Paese intero. L’occasione data dal Recovery and Resilience Plan non può essere perduta. Il documento del Coordinamento delle donne dem dà indicazioni precise. Serve un piano nazionale per dare lavoro alle donne disoccupate e inattive e per migliorare la qualità di vita di quelle già occupate. Chiediamo che il 50% dei fondi Ue venga usato per promuovere l’occupazione e i diritti delle donne, che venga attivato un meccanismo di valutazione ex ante dell’impatto di genere di tutte le politiche e degli interventi previsti, che negli organismi di gestione del Recovery Fund ci sia una presenza adeguata di donne.

Vogliamo riformare il congedo di paternità obbligatorio elevandolo da sette giorni a tre mesi, promuovere un Piano Nidi nazionale per i bimbi da 0 a 3 anni, rendere gratuite le spese sostenute nei primi 1000 giorni di vita del bambino. E ancora, chiediamo di promuovere lo studio delle materie scientifiche tra le ragazze e di attivare misure per superare il digital divide che ancora penalizza le donne. Bisogna contrastare il gender gap nelle retribuzioni e nelle carriere e istituire un Fondo permanente per l’imprenditoria femminile.

L’emergenza che si è abbattuta sulle nostre società non ci consegna soltanto l’esigenza di risorse molto rilevanti per la ripartenza, ma di utilizzarle in vista di un nuovo modello di società e di sviluppo. Le donne si sono fatte portatrici di nuovi comportamenti culturali e sociali, hanno elaborato modelli che prevedono l’investimento nella cura e nel benessere delle persone, un nuovo equilibrio tra tempi di cura e di lavoro, nuovi modelli di condivisione, un nuovo rapporto tra uomini e donne così come tra economia e ambiente.
Queste sono alcune tra le risorse più preziose che abbiamo. Usiamole per creare valore e benessere sociale, garantire diritti e welfare. L’occasione è ora, cogliamola per costruire un oggi e un domani migliore.