Donald Trump si aspettava sicuramente un esito diverso quando ha scelto di boicottare il dibattito virtuale con Joe Biden per sposare invece l’idea di un’intervista in contemporanea su due network televisivi differenti, con due moderatori differenti, ma in contemporanea dal punto di vista dell’orario.
La formula si è resa necessaria dopo che il previsto duello in presenza è stato fatto saltare per la positività del presidente al Covid-19. Secondo lo staff di Trump, il tycoon newyorchese sarebbe riuscito a gestire meglio un’intervista diretta (condita con le domande del pubblico) rispetto ad un faccia a faccia in video conferenza.
Ma si è rivelato un errore. Già, perché probabilmente Trump è troppo abituato alle domande compiacenti di Fox News, poco più che una protesi del suo comitato elettorale. Alla Nbc, invece, si è trovato davanti una giornalista vera, Savannah Guthrie, che ha fatto il suo lavoro. E proprio per questo, al termine di una serata a tratti imbarazzante per il capo della Casa Bianca, è finita immediatamente nel mirino della macchina propagandistica, scatenatasi contro di lei sui social.
La sua colpa: aver fatto delle domande relativamente scomode e, soprattutto, non essersi fatta abbindolare dalle risposte evasive e approssimative di Trump sulla gestione della pandemia, sulla minaccia dell’estremismo di destra, sulle dichiarazioni fiscali mai pubblicate dal presidente. In quegli stessi minuti, in onda sulla Abc da Philadelphia, Biden demoliva pezzo per pezzo la presidenza Trump con una calma serafica.
“Quando è risultato negativo l’ultima volta al test anti-Covid prima del primo dibattito con Biden?”, la prima domanda della serata di Guthrie. “Non ricordo…forse il giorno prima..”, la risposta tentennate di Trump, che ha ammesso di non aver fatto i test tutti i giorni. “Comunque io sono il presidente, devo vedere la gente, e non posso restare chiuso in un seminterrato“, ha tentato di giustificarsi, riferendosi al famoso basement dove Biden è rimasto rinchiuso nelle settimane più critiche.
Proprio la gestione della pandemia è finita nel mirino di Biden che, nell’altro studio, ha ricordato tutti i disastrosi errori dell’amministrazione. E Trump? Non ha trovato di meglio da dire se non che “l’85 per cento delle persone che indossano la mascherina di beccano il coronavirus”. Numeri sparati a casaccio per difendere i suoi bagni di folla.
E un momento dopo, l’ennesimo rifiuto di condannare esplicitamente il suprematismo bianco e il movimento cospirazionista QAnon: “Non li conosco, non so niente di loro”, ha affermato, nonostante la Guthrie gli ricordasse come spesso abbia rilanciato su Twitter le loro teorie del complotto.
“Lei è il presidente, non uno zio pazzo qualunque“, la reazione della moderatrice che ha poi incalzato il presidente sulle dichiarazioni fiscali mai pubblicate: “I numeri usciti sono sbagliati, e comunque il fisco mi ha trattato molto male”, ha detto Trump, nonostante il New York Times abbia svelato che il presidente ha pagato 750 dollari l’anno sia nel 2016 che nel 2017.
Biden, dall’altra parte, ha fatto il suo, mitigando gli attacchi al presidente – che non sono mancati – con un tono calmo, rassicurante e propositivo, quasi presidenziale, puntando molto su economia e sistema sanitario, con un occhio rivolto alla fasce più povere della popolazione, ai neri, agli anziani. Non certo a caso, visto che stiamo parlando di coloro che potrebbero essere decisivi per portarlo alla Casa Bianca.
La reazione scomposta della campagna di Trump, invece, testimonia che le cose non sono andate bene. “Il presidente Trump ha sonoramente battuto Savannah Ghuthrie nel suo ruolo di rappresentare Joe Biden. Gli americani possono vedere che il presidente in 47 mesi ha fatto di più che Biden in 47 anni di politica”. Slogan posticci, un tantino retorici per invertire i sondaggi e confermare The Donald alla Casa Bianca.