La stretta è arrivata, anche se meno forte di quanto si era ipotizzato alla vigilia. E come era forse inevitabile, il nuovo dpcm annunciato dal premier Giuseppe Conte ieri sera in diretta su tv e social ha scontentato alcuni, e fatto tirare un sospiro di sollievo ad altri.
Del resto una serie di nuove misure si era resa necessaria di fronte ai numeri della pandemia, in crescita costante da qualche settimana e con il bollettino del Ministero della Salute che ieri parlava di 11.705 nuovi casi e 69 morti.
La parola d’ordine di Conte di ieri sera è stata “no a un nuovo lockdown”, e dunque le misure annunciate dal governo, partorite dopo un lungo confronto nella maggioranza e con i presidenti di Regione, vanno nella direzione della prudenza, ma senza chiusure traumatiche o generalizzate.
No alla chiusura delle scuole, dunque, ma ingressi ritardati per alleggerire i trasporti e la raccomandazione agli enti locali di adottare per le superiori i doppi turni, con la possibilità di ingressi pomeridiani, e l’incremento di forme flessibili con la possibilità di ricorrere alla didattica a distanza.
E niente chiusura di palestre e piscine, che però saranno osservate speciali per una settimana, per verificare l’efficacia e il rispetto dei protocolli anti-Covid.
Sì invece alla chiusura dei locali con servizio al tavolo alle 24, e divieto di consumare in piedi dopo le 18, una misura già denominata ‘anti-aperitivo’.
Ampio il margine concesso agli anti locali, che potranno di volta in volta, e a seconda dell’andamento dei contagi, decidere per misure più drastiche come la chiusura di piazze e strade alle 21.
Una misura contestata però dai sindaci, con il presidente dell’Anci Antonio De Caro che ha affermato: “Non possiamo accendere la tv e trovare il premier che dice che i sindaci devono fare il coprifuoco nelle città. Ho già scritto al prefetto per convocare il comitato per l’ordine e la sicurezza ma chi deve fare i controlli?”
Una richiesta a cui ha risposto il ministro Boccia, che ha annunciato: “Il governo scarica sui sindaci? No, non è così. La norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata ma in ogni città se c’è un luogo da chiudere lo decide il sindaco, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima”.
Le misure entrano un vigore da subito – ad eccezione di quelle per la scuola, al via da mercoledì – e saranno valide fino al 13 novembre.
Ma ecco nel dettaglio le principali misure del dpcm:
Scuole
Nel dpcm si legge: “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione della didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9. Inoltre anche il rinnovo degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche (rappresentanti di classe e di istituto) può avvenire secondo modalità a distanza”. Per infanzia e primaria resta la didattica in presenza. Le novità sulla scuola saranno in vigore a partire da mercoledì.
Bar e ristoranti
Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 sino alle ore 24.00 con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo, e sino alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo. Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 24.00, la ristorazione con asporto. È fatto obbligo per gli esercenti di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo le autostrade.
Palestre e piscine
Sette giorni di tempo per palestre e piscine, per adeguarsi ai protocolli di sicurezza e per la verifica della loro efficacia. Si legge nel dpcm: “L’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, ovvero presso altre strutture ove si svolgono attività dirette al benessere dell’individuo attraverso l’esercizio fisico, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome”.
Congressi e riunioni
Sospese le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza; tutte le cerimonie pubbliche si svolgono nel rispetto dei protocolli e linee guida vigenti e a condizione che siano assicurate specifiche misure idonee a limitare la presenza del pubblico; nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni di interesse pubblico; è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza.
Parrucchieri e centri estetici
Rimangono aperti nel rispetto dei protocolli di sicurezza.
Cinema e teatri
Rimangono aperti con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala.