Zingaretti: “Verde e sfide sociali, l’Europa aspetta Biden sulla nuova via progressista”

La sintesi dell’intervento di Nicola Zingaretti, segretario del PD, su la Repubblica


Caro Direttore, la sua riflessione sul rapporto tra il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, e il laburismo inglese è utile e interessante e stimola molte considerazioni anche sul nostro futuro. Alcune di queste proverei a riassumerle brevemente.

1) Non tutti i partiti politici europei hanno salutato la vittoria di Biden con soddisfazione: le forze democratiche progressiste e socialiste sì. Non è un caso. Il principale impegno in questi mesi di pandemia è stato quello di ricollocare l’Europa su una nuova frontiera, quella di un nuovo protagonismo all’insegna della rivoluzione green, della modernizzazione digitale e dell’inclusione sociale. Finalmente ci si è accorti che alti tassi di disuguaglianza minano non solo le vite di milioni di esseri umani ma le democrazie stesse. Le teorie del pensiero unico neoliberista e del trionfo dei mercati hanno prodotto paure e solitudine e hanno dato forza a follie nazionaliste e sovraniste improntate sull’isolamento e sui muri per difendersi. Una spirale pericolosa messa in crisi proprio dalla pandemia che ha confermato quanto le risposte si trovano nella forza della collaborazione, degli investimenti della giustizia e sostenibilità ambientale e sociale.

2) A questa Europa in divenire mancava un credibile interlocutore nel mondo. Biden riapre la stagione del multilateralismo, della scelta verde, del lavoro, dell’inclusione come opzione strategica per rafforzare le democrazie in Occidente. È dunque importante un asse di Biden con il laburismo inglese, ma ancor più rispetto a un partito di opposizione e di un Paese extra Ue, è strategico tornare a rafforzare ponti con l’Europa che vogliamo costruire.

3) Per fortuna non arriviamo impreparati. Le scelte di questi mesi, in ultimo Next Generation Eu, anche grazie all’impegno dei democratici italiani e delle forze progressiste vanno nella giusta direzione. Ma ora è possibile e necessario qualcosa di nuovo e straordinario. La relazione transatlantica è fondamentale per un ordine internazionale democratico e plurale ma l’esito delle elezioni Usa e i primi passi di Biden ci dicono che questa relazione per essere ancora più forte può non limitarsi solo agli aspetti strategici di difesa, militari o geopolitici ma deve riguardare anche le sfide ambientali, sociali e valoriali. Così si aprirà una nuova opportunità globale del primato delle democrazie contro gli attacchi e le semplificazioni di questi anni. In una democrazia che esclude è più facile essere populisti e più difficile essere popolari e per esserlo Usa e Europa hanno bisogno una dell’altra.