La scelta del centrodestra di non partecipare ai lavori della commissione Antimafia, per protestare contro le dichiarazioni del Presidente Morra, certamente improvvide e sbagliate sui calabresi e sulla compianta Jole Santelli, merita alcune riflessioni. Occorre guardare agli effetti che quella scelta può avere sul funzionamento di una Istituzione che ha storicamente, in oltre 50 anni di vita, rappresentato un punto di riferimento fondamentale per la lotta alle mafie.
Se è legittima e giustificata la protesta del centrodestra, non credo lo sia la scelta del boicottaggio che, peraltro, Forza Italia già attuò nella scorsa legislatura contro Rosy Bindi. Non lo è perchè è evidente che così non si colpisce o penalizza soltanto il Presidente, ma si mina e si interrompe il lavoro della commissione stessa. Aggiungo che, e su questo credo che il centrodestra debba fare una riflessione coraggiosa, questa discussione e la legittima indignazione per esternazioni che un rappresentante delle istituzioni non può permettersi, non può portare alla rimozione dell’ennesima inchiesta che conferma il radicamento in Calabria della ‘Ndrangheta e i suoi rapporti consolidati con l’economia e la politica.
Dare l’idea che la politica preferisca parlarsi addosso rinunciando ad affrontare un tema, quello della lotta alle mafie, decisivo per il futuro non solo della Calabria ma dell’intero Paese, colpisce la credibilità non solo della commissione, ma della politica stessa. La credibilità delle istituzioni e il loro impegno quotidiano nel contrasto alle organizzazioni criminali è decisiva per combattere le mafie.
Così come è decisivo che tutta la politica faccia della lotta alle mafie una priorità, un terreno in cui le differenze devono passare in secondo piano di fronte all’impegno comune per liberare il Paese da un cancro che ne condiziona lo sviluppo economico, sociale e democratico. Se è così qualunque scelta deve essere fatta e pensata guardando alla necessità di rilanciare il lavoro della commissione e l’impegno contro le mafie. Soprattutto oggi, mentre tanti lanciano l’allarme sul ruolo che le organizzazioni criminali possono conquistarsi durante la crisi, credo questo debba essere un imperativo politico e morale per tutti.
Per il PD serve tornare a parlare di lotta alle mafie e a lavorare per combatterle, togliendo questo argomento dalla polemica politica. Sarebbe importante se fosse il Presidente Morra a fare un primo passo, sottraendosi finalmente alle polemiche, e rendendosi disponibile ad aprire una riflessione comune sul funzionamento dell’Antimafia, sugli obbiettivi del suo lavoro da qui a fine legislatura, sul suo stesso ruolo che non può essere diverso da quello di rappresentante di una istituzione, rispettoso di tutte le opinioni, consapevole di non poter prescindere dal funzionamento della commissione.
Abbiamo tutti la responsabilità di rilanciare la commissione e di rafforzare la lotta alle mafie e questa consapevolezza deve portare tutti a fare un passo indietro, chiudere con le polemiche e ripartire.
Franco Mirabelli è vice presidente dei senatori del Pd e capogruppo dem in commissione Antimafia