L’ennesima mistificazione di Salvini sulla riforma del Mes

Mercoledì in Senato è andata in scena l’ennesima rappresentazione populista da parte di Matteo Salvini, che ha indossato la mascherina del sovranismo, la sua preferita, ed è intervenuto in Aula con parole che poco hanno a che fare con la realtà.

Le due camere del Parlamento, va premesso, erano chiamate a votare la riforma del Mes (il Meccanismo europeo di stabilità che esiste dal 2012). Uno strumento, è bene ricordarlo, pensato per garantire la stabilità finanziaria ai Paesi euro. Dunque non si votava il cosiddetto Mes sanitario, ma il cambiamento del Mes in generale, una riforma in cantiere da tre anni e che prima dell’inizio della pandemia era stata messa in stand-by.

Ebbene, Salvini è intervenuto dicendo che il “Mes è un Robin Hood al contrario, che porta via i soldi a chi ne ha bisogno per aiutare le banche tedesche”. Evidentemente, però, la nuova regolamentazione dello strumento non è stata letta attentamente dal leader della Lega. Si continua a pensare che il Mes si basi su un’ideologia di austerity che ormai è stata abbandonata praticamente da tutti i Paesi dell’Unione (si veda il passaggio politico sul recovery fund, che rappresenta un cambio di passo importante sotto questo punto di vista).

Nella riforma approvata recentemente dall’Eurogruppo, contestata da Salvini, non si parla di banche tedesche, ma si allarga semplicemente l’utilizzo di quello strumento al salvataggio di una qualsiasi banca dell’eurozona. Un paracadute fondamentale (ricapitalizzazione di una banca in difficoltà) utile al primo Paese che ne avesse bisogno. Si tratta quindi di un passaggio importante perché apre la strada alla cosiddetta Unione bancaria, la garanzia comune dei depositi, che altro non è se non la seconda gamba economica dell’Ue dopo l’unione monetaria rappresentata dall’euro. Quindi una strada utile che può portare il Vecchio continente a una gestione federale, la tanto attesa Unione politica. Peraltro va anche sottolineato come quello che è stato un boomerang per la Grecia, è lo stesso strumento che è stato importante e utile per Spagna, Cipro e Irlanda.

Perché dunque parlare di aiuto alle banche tedesche, solleticando l’elettorato più sensibile a questi temi e inasprendo il dibattito politico? Salvini è arrivato a dire che con questa riforma si dovranno “fare altri tagli, come è stato fatto in passato, chiudendo altri ospedali e altre caserme dei vigili del fuoco”. Altra falsità.

Si continua a pensare al Mes come qualcosa di malefico, che riduca la quota di sovranità degli Stati nazionali, con diktat dettati dall’autorità europea. Ma si tratta di un retaggio del sovranismo della prima ora, visto che il cambio di passo europeo sotto questo aspetto è ormai sotto gli occhi di tutti.

Cosa pensa di fare Salvini se le condizioni di mercato di una banca italiana dovessero peggiorare mettendo a rischio il risparmio di molti italiani? Lui che, guidato da Claudio Borghi sui temi economici, propone strumenti tecnicamente irrealizzabili come i “bot di Stato” (non si possono emettere titoli solo per gli italiani visto che l’emissione del debito è regolato dal mercato finanziario, accessibile da ogni parte del globo). Oltretutto ipotizza che questi suoi “Bot di guerra”, così li ha definiti, abbiano un rendimento basso. Ma non considera che quando si emette altro debito, tutti i rendimenti possono salire (compresi quelli che hanno una durata maggiore, come i BTP) gravando sulle casse dello Stato, visto che aumenterebbe la spesa per interessi.

Salvini ha puntato infine il dito sul Recovery plan (il dibattito era sul Mes) e ha sparato sulle chiusure natalizie. Tutti temi utili a stimolare la pancia del suo elettorato. Con buona pace per il buon senso politico, ancora una volta non pervenuto.