Iva al 10% sul cibo d’asporto. Il segnale di vicinanza che la ristorazione attende

E’ il 18 dicembre e stiamo andando, a causa dei dati relativi alla pandemia, verso restrizioni alla mobilità più stringenti nel periodo delle festività, che colpiranno purtroppo anche i ristoratori, i quali avevano pensato di poter aprire almeno a pranzo alla vigilia, a Natale, Santo Stefano e Capodanno.

E’ proprio per questo che è ancora più necessario un intervento tempestivo del governo per abbassare l‘Iva sul cibo da asporto. In questo momento, infatti, sul cibo venduto dai ristoranti o consegnato a domicilio grava l’Iva del 22%, mentre quanto viene consumato al tavolo è sottoposto al regime Iva del 10%. Questo penalizza un settore già colpito di piccole e medie imprese, anche famigliari, che sta cercando di reagire alla crisi innescata dal lockdown attraverso modalità innovative come la vendita per l’asporto e la consegna a domicilio, in proprio o con i servizi di delivery accessibili via app. Si tratta di un modello di fruizione nuovo, che aveva già preso piede prima della pandemia, ma che con la pandemia è cresciuto in modo esponenziale.

La possibilità di acquistare cibo di qualità già pronto va incontro anche alle esigenze delle persone e delle famiglie e al cambiamento in atto degli stili di vita. Il governo si era già impegnato, nel corso di un question time alla Camera, a chiarire la questione e aveva annunciato la possibilità di una soluzione, con l’applicazione di un’unica aliquota al 10% per i ristoratori, anche per compensare la riduzione del numero dei coperti.

Da un mese a questa parte, tuttavia, nulla è cambiato, perché l’Agenzia delle entrate ha ribadito la necessità di applicare l’Iva al 22%. Può sembrare una questione di poco conto, ma invece non lo è e per questo chiediamo al governo di agire subito. La differenza del 12 per cento di Iva, infatti, grava su aziende già in crisi e in ultima analisi non può che scaricarsi sui prezzi al consumo, e quindi sui cittadini.

Serve dunque un segnale di vicinanza alla ristorazione, soprattutto alle imprese che stanno cercando di resistere in un momento di crisi così forte. Ci auguriamo che il governo possa dare una risposta positiva già con i provvedimenti in discussione alle Camere.