Ministero della transizione ecologica, investiamo sulla bellezza del Paese

”La scelta del Presidente Mario Draghi di istituire un ministero della transizione ecologica rappresenta una novità su cui far leva al fine di dare rilievo alle questioni ambientali. A cominciare dalla proposte e dei progetti per il Recovery Plan. E in special modo se opererà in coerenza strategica con il Ministero dei Trasporti innanzitutto. E se unificherà e semplificherà leggi e norme afferenti le stesse materie ora in capo a diversi ministeri. Con dispendio di tempo e diseconomie.

Il nostro auspicio è che in esso trovi più piena e organica valorizzazione la missione delle aree naturali protette. Ovvero la tutela della biodiversità e degli habitat, come argine fondamentale nel contrasto ai cambiamenti climatici e alla desertificazione dei territori; e come luoghi ove si sperimentano modelli avanzati di sviluppo sostenibile e soluzioni basate sulla natura: agricoltura e pesca di qualità, turismo sostenibile, promozione dei giacimenti culturali.

La connessione tra natura, paesaggio e attività agro-silvo pastorali rappresenta uno degli elementi di attrattiva e valore del territorio.

Si dovrà dunque investire nella “bellezza” del Paese, per consolidare le potenzialità dell’enorme patrimonio storico, culturale e naturale. L’investimento strategico, in tutta la catena del valore della cultura e del turismo, è essenziale per diffondere lo sviluppo sostenibile a livello territoriale, per realizzare l’inclusione sociale e offrire ai giovani attraverso le industrie culturali e creative e l’attività sportiva e per accompagnare il risanamento delle aree urbane e la ripresa delle aree interne. A ciò concorrono una gestione efficace delle aree verdi, anche in termini di una maggiore diffusione delle stesse sul territorio urbano e periurbano.
Altra opzione strategica è trasformare la connessione fisica fra parchi e itinerari dei Cammini di identità culturale europea in connessione strategica. Programmando azioni comuni per segnaletica, messa in sicurezza dei siti, sostegno alla vocazione economiche.
Con la prospettiva di attualizzare la funzione del Paese come ponte europeo verso il Mediterraneo.

Sulle orme di San Francesco che nel 1219 incontrò il Sultano d’Egitto Malik al Kamil, gesto storico fondamentale di dialogo interreligioso fra Vangelo e Corano. E sulle orme di Federico II che nella sesta crociata sostituì il confronto delle spade fra crociati e “infedeli” con la diplomazia di un matrimonio per la “riconquista pacifica” di Gerusalemme.
Altra linea di integrazione è quella della nuova PAC.

ll cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono le maggiori minacce non solo per l’ambiente ma anche anche per gli agricoltori. A causa della siccità, degli incendi boschivi, della perdita di insetti impollinatori e delle malattie di piante e animali.
In linea con il Green Deal europeo e con l’indirizzo di influenzare secondo il paradigma della transizione ecologica tutte le politiche della Unione è fatto rilevante l’accordo definivo raggiunto nel Trilogo del 9 febbraio sul regolamento del Fondo europeo di Sviluppo regionale e del Fondo di Coesione (precedentemente coperto da due regolamenti separati) per il periodo di programmazione 2021-2027.

Per il Fesr e il Fondo di coesione, il quadro finanziario pluriennale (QFP) per i prossimi sette anni prevede 242,9 miliardi di euro, di cui secondo le attuali 23,6 andranno all’Italia.
Per la prima volta, in questo pilastro Ue, viene riconosciuta la funzione della conservazione, valorizzazione ed evidenziazione delle aree naturali protette e altre misure per ridurre le emissioni di gas serra, come la conservazione e il ripristino delle aree naturali.
Nell’ agenda del Governo e della Conferenza Stato regioni rientra dunque a pieno titolo decidere indirizzi e ripartizione delle risorse a favore della missione dinamica dei Parchi.
Ora alle aree naturali protette si apre dunque una irripetibile opportunità di incidere nelle sedi decisionali alla condizione che evolvano in sistema. Ovvero che agiscano oltre l’ambito di ciascuna di esse e che nell’insieme sappiano costruire relazioni e sedi con tutto il mondo delle associazioni dello sviluppo sostenibile.

Enzo Lavarra, membro del Board di Europarc Federation