La premessa della Liberazione, oggi come allora, è il rispetto dei diritti umani

Non voglio levare ad altri, ma la nostra piazza Duomo coi suoi 25 aprile è sempre stata un po’ il simbolo di una Milano-Italia di tanti tormenti, vicende e speranze.
Tornerà il corteo, tornerà! Intanto portiamo un fiore e omaggiamo targhe e luoghi.
Però mi piace immaginare come sarebbe stato vederci ai Bastioni di Porta Venezia e poi camminare o correre o cantare. Grideremmo ancora una volta, grazie!
Senza il coraggio e l’intelligenza della Resistenza io mi vedrei misera, ci vedrei miseri, spogliati di identità e di orgoglio. Quei giganti, uomini e donne mentre rischiavano, morivano, sapevano pensare il dopo e progettare la democrazia. E mi dico che il corteo oggi avrebbe raccolto l’indignazione per l’ultima tragedia nel Mediterraneo, corpi come relitti e la richiesta di aiuto negata. Ci saremmo confidati che questa pandemia non può distogliere i nostri sguardi da un mondo guasto, malato di guerre, violenze, fame.
Interessi, profitti predatori, fondamentalismi strappano le radici di parole come “dignità” e valore di ogni “persona” riscattate dalla Liberazione dopo il baratro delle leggi razziali e della Shoah.
In Parlamento voteremo il Piano di ripartenza e resilienza, si accelerano le vaccinazioni. A proposito, vaccino a tutti fino agli angoli più poveri del pianeta. Ma una nuova Italia, una nuova Europa più ecologiche, tecnologiche, digitalizzate e col lavoro hanno una precondizione racchiusa nella promessa morale dei diritti umani. Senza di questo si tornerebbe come prima e la democrazia, preziosa quanto fragile, rischierebbe perché offuscata nel suo senso profondo.
Liliana Segre si è recata al Senato per votare l’ordine del giorno sulla cittadinanza a Patrick ZaKi. Ha detto che era lì perché sarà presente ovunque si lotti e si alzi la voce per la libertà. Ecco perché istituzioni e governi, anche il nostro, dopo questo ennesimo dramma tra la Sicilia e la Libia, hanno un dovere: pretendere prima di tutto da sé stessi di agire per la salvezza di esseri umani e con essi dell’anima dell’Europa, laica o credente che sia.
Il PD, la sinistra, possono dire “via i mercanti dal tempio” e che di troppo realismo muoiono creature e pianeta. Altri no. Altri, destre, oscurantisti, demagoghi, vogliono contrapporre i diritti e usarli per dividere bisogni, sentimenti, persone. Il metodo per loro è sempre lo stesso, l’uso di paure, di solitudini, l’offesa alle donne e l’insinuarsi negli smarrimenti dei giovani. Eppure proprio le ragazze e i ragazzi globalmente intonano Bella Ciao.
Allora e con affetto, Buon 25 Aprile, per l’uguaglianza, la pace, la libertà. Sempre.