Rosario Livatino, il giudice giusto

Questo appuntamento con Contemporanea prende spunto dalla beatificazione, il 9 maggio scorso nella Cattedrale di Agrigento, di Rosario Livatino, il giudice trucidato a soli 38 anni dalla Stidda, la mafia agrigentina, il 21 settembre del 1990.
Livatino è stato prima un ragazzo prodigio negli studi, poi giudice incorruttibile e dal grande rigore morale, protagonista di importanti inchieste, tra cui il primo maxiprocesso alla mafia agrigentina.

Ma anche un uomo di profonda fede, tanto che la Chiesa lo ha proclamato beato “in odium fidei”, ossia beato perché proprio la sua fede, vissuta come professione di integrità e incorruttibilità, è stata ritenuta la causa della sua uccisione.
Il primo magistrato proclamato beato, un avvenimento da cui ha tratto spunto Toni Mira, caporedattore di Avvenire, per il suo volume ‘Rosario Livatino. Il giudice giusto’, appena uscito per le edizioni San Paolo, con la prefazione di don Luigi Ciotti.
Lo ha intervistato per noi Carla Attianese.

 

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