Si chiama affido culturale ma si legge lotta alla povertà educativa. Nato durante il lockdown si è esteso in tante città italiane come Roma, Napoli, Milano, Bari e Modena.
In cosa consiste? Semplicemente – si fa per dire – un genitore, che abitualmente porta i suoi figli al cinema, a teatro, al museo o in libreria, ci porta anche un bambino – eventualmente con un membro della famiglia di quest’ultimo – che in questi luoghi non ci entrerebbe per differenti cause. Si realizza così un insieme di fruizioni culturali condivise, tramite le quali famiglie-risorsa e famiglie-destinatarie stringono un Patto Educativo.
A spiegarci meglio di cosa si tratta abbiamo qui con noi Ivan Esposito, responsabile nazionale del progetto.