“Manca un vero mediatore europeo tra Biden e Putin”. A colloquio con Pierluigi Castagnetti

“È molto importante che dopo l’alta tensione degli ultimi giorni sia ripartito il dialogo con la Russia. Ma queste settimane hanno dimostrato, di fronte all’abilità manovriera di Putin, la mancanza di un vero mediatore europeo tra Biden e il leader russo”. Lo dice a Radio Immagina Pierluigi Castagnetti.

“L’America non si occupa quasi più del resto del mondo, Putin cerca di ricostruire lo spazio di influenza della Russia, ci vorrebbe un nuovo protagonismo delle grandi nazioni europee. Non vogliono cedere poteri all’Unione? Almeno trovino un coordinamento che consenta all’Europa di ritrovare credibilità internazionale”.

Per quanto riguarda la situazione italiana, aggiunge, la strada del governo fino alle elezioni non sarà facile a causa soprattutto delle fibrillazioni che investono il centro destra. La conflittualità è destinata ad aumentare: ci sono già i primi segnali sulla riforma della Giustizia. Si raggiunge un accordo nel Consiglio dei Ministro e un minuto dopo la Lega o Forza Italia dicono che quello approvato è solo un testo base e che va radicalmente cambiato. Non si sta così in una maggioranza.

Significativo il no di Draghi su un suo possibile impegno in politica. “È un no soprattutto – dice Castagnetti – a una precisa operazione politica di centro di cui si stava parlando con insistenza proprio in quei giorni”.

Per quanto riguarda il centro sinistra il Pd, per Castagnetti, deve guardare con pazienza e rispetto al dibattito interno ai Cinque Stelle.

Un ultimo pensiero Castagnetti lo rivolge a David Sassoli a cui era particolarmente legato: “La morte ci ha tolto un leader che univa una grande visione a uno spessore umano raro, che era entrato profondamente nel cuore degli italiani”.

Ma la politica si aspettava una tale dimostrazione di affetto? “No – risponde sinceramente Castagnetti -. Era successo qualcosa nel paese e non sempre la politica ha le antenne giuste per cogliere questi cambiamenti. È distratta. La gente aveva colto una diversità in questo leader politico: un uomo diretto, che faceva battaglie senza protezione ma perché le riteneva giuste e che aveva il coraggio di portare nel dibattito politico l’essenza dei problemi”.

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