Viviamo in un momento di profonde trasformazioni: i commerci internazionali sono in rapida evoluzione, l’epidemia ha evidenziato i limiti dell’interdipendenza globale, la transizione ecologica è divenuta priorità mondiale, la guerra in corso in Ucraina sta producendo drammatici effetti nei rapporti internazionali.
I porti italiani rappresentano, oggi più che mai, un asset strategico di fondamentale importanza per l’economia italiana. Finora la legge 84/1994, con i successivi aggiustamenti, ha garantito un quadro regolatorio stabile. Ora le contestazioni della Commissione europea sui temi della tassazione rischiano di minare alle fondamenta l’infrastruttura giuridica delle Autorità di sistema portuale.
La stessa legge 84 ha dettato una disciplina speciale del lavoro portuale, che oggi sembra essere messa in discussione su vari fronti.
Il disegno di legge sulla concorrenza, in discussione in Senato, ribalta il principio della legge 84 sul divieto di cumulo di concessioni nello stesso posto, mentre nel mercato assistiamo sempre più ad un fenomeno di integrazione verticale degli operatori economici nei porti e nella catena logistica. L’incremento iperbolico del costo dei noli produce effetti che stravolgono l’intera filiera logistica e l’apparato industriale.
L’incremento delle dimensioni delle navi, lo sviluppo tecnologico, le necessità di tutela ambientale richiedono profondi interventi sui nostri porti, collocati all’interno delle città. Vogliamo confrontarci su queste questioni, che oggi investono la portualità del nostro Paese, partendo dall’ascolto dei rappresentanti di tutte le categorie interessate, per provare a costruire una visione di prospettiva, per costruire una proposta politica che aiuti la portualità a crescere, a governare la trasformazioni in atto, difendendo al contempo le norme che negli anni hanno dato dignità, sicurezza e sviluppo all’intero cluster portuale.
Parte del merito della crescita del sistema portuale è attribuibile all’impegno di legislatori illuminati e coraggiosi che negli anni hanno saputo portare il sistema a fare passi in avanti. Vogliamo ispirarci al loro insegnamento e tentare, con uno sforzo collettivo, di contribuire a far crescere ulteriormente il settore, nell’interesse del Paese, dei lavoratori e delle imprese.
Le Agorà Democratiche ambiscono a essere uno dei più grandi esperimenti di democrazia partecipativa del Paese. Il modello delle Agorà Democratiche integra la dimensione fisica con quella digitale: dagli incontri tra persone emergeranno proposte concrete da discutere poi online sulla piattaforma.
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