Non c’è rosa senza spine, se la guardi dal lato green ed equosolidale

I fiori recisi sono prevalentemente coltivati in Paesi lontani, fanno un lungo viaggio in aereo e per due terzi finiscono buttati; a questo si aggiungono enormi impianti in zone di pregio ambientale e agricolo in paesi a rischio alimentare e profitti che finiscono nella mani di pochi. Ottime ragioni per preferire slow flowers, un bel mazzo di fiori locali e stagionali. Intervista a Nic Pacini, dell’Università della Calabria, che da decenni studia l’ambiente del lago Naivasha in Kenya, da cui arrivano la maggior parte delle rose sui nostri mercati.

Una rubrica a cura di Alessandra Barberis.

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