Pane quotidiano. Cibo buono e giusto.

Dentro ai dati che riguardano il nostro Paese sulla povertà, c’è una dimensione che ancora sfugge a molti e che ha registrato un pesante aggravamento con la pandemia: la povertà alimentare. Sì, nel nostro Paese c’è un problema di fame, o almeno di accesso ad un pasto proteico. Più osservatori tra le associazioni attive ci consegnano dati, proiezioni, stime.

Contemporaneamente va detto che nel nostro Paese il valore della solidarietà ha raggiunto risultati importanti con moltissime iniziative, ma anche questo rappresenta un limite: ciò mette in luce un ruolo importantissimo di associazioni e soggetti del privato sociale, ma al contempo un sistema istituzionale non sufficientemente capace di monitorare, misurare, intervenire in modo più strutturato. Il concetto di povertà alimentare si sovrappone a quello di sicurezza alimentare (cibo sufficiente, sicuro e nutrizionalmente adeguato, come definito dalla FAO). Il cibo è un diritto umano fondamentale riconosciuto dalla dichiarazione Universale per i diritti dell’uomo, e prevede obblighi di tutela da parte degli Stati. Ma ancora oggi il tema viene affrontato più come “bisogno” che come “diritto”.

Oggi la questione non è infatti la disponibilità di cibo sufficiente per tutti, quanto la sua distribuzione, l’accesso. Il tema della povertà alimentare riguarda anche la salute. E’ oramai ampiamente dimostrato che una corretta alimentazione è il principale veicolo per la prevenzione di molte malattie. Accanto agli interventi per l’accesso al cibo è sempre più necessario intervenire con percorsi di educazione alimentare.

Hanno partecipato tra gli altri: i principali osservatori sulla povertà alimentare, gli amministratori locali di Roma, Milano, Bari e della Toscana, le associazioni agricole e del terzo settore, Enrico Letta, Segretario nazionale del PD, Stefano Patuanelli, Ministro dell’Agricoltura, Andrea Orlando, Ministro del Lavoro, Maurizio Martina, Vicedirettore generale della FAO, Susanna Cenni, Deputata e Responsabile Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del PD e Brando Benifei, eurodeputato e capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo.

Le Agorà Democratiche ambiscono a essere uno dei più grandi esperimenti di democrazia partecipativa del Paese. Il modello delle Agorà Democratiche integra la dimensione fisica con quella digitale: dagli incontri tra persone emergeranno proposte concrete da discutere poi online sulla piattaforma.

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