La Sanità pubblica è sostenibile – Assicurare le risorse, proteggere e valorizzare i professionisti

Parlare di sostenibilità implica parlare delle risorse messe in campo per il Servizio Sanitario Nazionale. Per questo è bene ricordare che non vi è uno standard condiviso su quanto dovrebbe spendere un Paese per la tutela della salute: la scelta dipende dal sistema di valori e dalle priorità dei singoli Paesi. Dopo la pandemia, gli italiani hanno più volte dichiarato di considerare la salute una priorità che non può essere trascurata, non solo in termini teorici (o normativi) ma soprattutto in termini concreti.
Sostenibilità: evidenze empiriche
È noto e dimostrato che:
– Esiste una correlazione fra risorse complessive disponibili e quota dei budget destinati alla Sanità («… i Paesi più ricchi spendono di più per la sanità…»)
– Storicamente l’Italia spende meno degli altri Paesi EU per la Sanità (-40% in termini di spesa pubblica, -10% per quella privata)
– Il rapporto spesa sanitaria / PIL è inferiore alla media UE (di oltre un punto di Pil) e nettamente inferiore a quello di Francia e GermaniaSostenibilità: prima riflessione
Il vero ostacolo alla crescita della Spesa Sanitaria deriva dalla stagnazione protratta del nostro PIL e dall’incidenza del debito pubblico
Questa affermazione è macro-economicamente «sensata» ma implica rischi di creazione di un gap significativo nei livelli di servizio fra Italia e Paesi culturalmente e geograficamente «vicini».
È, altresì, dimostrato che la qualità dell’assistenza erogata dal SSN è elevata (non ci sono ad oggi evidenze di gap con gli altri Paesi su questo versante, anzi molti indicatori vedono l’Italia fra i primi posti in Europa, dalla mortalità evitabile alla sopravvivenza ai tumori), ma certamente esiste una distanza crescente sul versante del comfort, della rapidità di accesso alle prestazioni, della integrazione con i servizi sociali e di supporto alla non autosufficienza, etc. Così come persistono notevoli diseguaglianze, anche se inferiori a quelle di molti altri paesi europei.
Sostenibilità: seconda riflessione
Data la crescita del debito (e per ora il rallentamento della crescita) i margini di manovra sono limitati. Tuttavia, pur nella consapevolezza di quanto precede, rimane compito della politica decidere come usare i margini esistenti, e quindi definire le priorità della spesa pubblica.

Le ragioni per fare della Salute una priorità
– È essenzialmente un fattore strategico di coesione sociale.
– Anche se non esistono «razionamenti clinici», le liste di attesa, soprattutto dopo la pandemia, rappresentano barriere all’accesso importanti per i più fragili.
– La spesa sanitaria privata italiana è più alta di quanto ci si aspetterebbe in un sistema universalistico e molto inefficiente (quasi tutta spesa “out of pocket”).
– In Italia è del tutto carente ancora il supporto sociale e, in generale, quello per la non autosufficienza, che sono invece cruciali a fronte di una popolazione sempre più vecchia e affetta da cronicità.
– Investire in Sanità genera un indotto che genera crescita economica, ripagando così parte dell’investimento.
– Come ha dimostrato la attuale pandemia investire nella salute degli individui e della collettività vuol dire investire nella tenuta ed espansione del tessuto economico, sociale, demografico ma anche democratico della Nazione, non farlo o farlo in parte vuol dire dar corso, invece, al declino del Paese.

IL PERSONALE DEL SSN: LA RISORSA CENTRALE

Aldilà della continua evoluzione scientifica e tecnologica, tra l’altro anch’essa determinata dal fattore umano, la risorsa del personale che opera nel SSN è quella strategicamente più rilevante e determinante per la erogazione migliore, più efficiente ed efficace dei percorsi di cura e per la tutela della salute individuale e collettiva.
Tuttavia il personale, specie quello medico, sanitario e sociosanitario soffre storicamente di una condizione di lavoro, di normativa, di trattamento economico e di sotto organico nonché di eccessivo precariato e esternalizzazione non più accettabili.
Per questo è necessario una forte e incisiva politica di ricostruzione delle motivazioni e delle condizioni normative, economiche e di condizioni di lavoro dei professionisti ed operatori sanitari e sociosanitari nella forma più espansiva possibile che accentuino e valorizzino la loro precipua specificità.
In questa direzione sta andando oltre all’iniziativa del ministro Speranza, la produzione legislativa già depositata nell’attuale legislatura dai gruppi parlamentari del PD, concertata e condivisa con le rappresentanze sindacali e professionali del personale del SSN.

Le Agorà Democratiche ambiscono a essere uno dei più grandi esperimenti di democrazia partecipativa del Paese. Il modello delle Agorà Democratiche integra la dimensione fisica con quella digitale: dagli incontri tra persone emergeranno proposte concrete da discutere poi online sulla piattaforma.

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