Fermare i #Notutto violenti e aiutare chi ha bisogno

Bisognerà fare grande attenzione, per separare, nell’analisi dei fatti di queste giornate difficili, la legittima protesta di chi teme per il proprio lavoro, per la propria impresa, di chi ha materialmente paura di non farcela a tirare avanti, di chi non vede prospettive, da chi mosso da pura furia distruttiva e violenta contro tutto e tutti, ha trovato l’occasione per tirare fuori dagli armadi qualche passamontagna nero, qualche mazza e qualche molotov.
Non sarà facile, ma dobbiamo farlo.

È l’aspetto pratico e simbolico della nostra responsabilità come classe dirigente. Spetta al governo, da noi convintamente sostenuto, dar seguito già in queste ore, come promesso, a tutte le pratiche possibili di ristoro per chi ha dovuto chiudere la propria attività totalmente o parzialmente, servirà velocità e semplicità. Il contratto sociale tra il governo, la sua maggioranza e il paese, si poggia in queste ore proprio sul decreto, che, ne siamo sicuri, è in queste ore in fase di rifinitura per poter contenere tutto ciò che serve a chi ne ha bisogno.

Ma sotto la cenere cova altro. Non solo la legittima protesta.
C’è una storia tutta italiana, animata da una fascia sempre presente di estrema destra neofascista, di piccoli gruppuscoli di antagonismo violento, di fasce del tifo calcistico fatto anche di minorenni, magari ormai spesso partecipanti alle manifestazioni del negazionismo #Nomask, ma, e questo mi pare ormai visibile nelle manifestazioni di Napoli e in altre città, a questo si aggiunge in queste ore una piccola massa di persone non appartenenti a nessuna organizzazione o pensiero politico o associazionistico, semplicemente in piazza per protestare contro il “palazzo”.

È questa una china pericolosa da controllare bene, come sicuramente staranno facendo i nostri investigatori; non possiamo permetterci nessuna indulgenza con chi contesta la legge con l’uso della violenza. Quello è il terreno di coltura da cui è nata in questo paese, da sempre, la cultura dell’antistato, (non a caso a Napoli erano pare presenti anche esponenti della criminalità organizzata), la strategia della tensione e nei momenti più tragici, il terrorismo.

L’estremismo neofascista pesca a piene mani nell’aumento del caos, strumentalizzando il disagio sociale vero, sobillando la frustrazione e la rabbia sociale, come benzina da buttare sul fuoco già acceso della crisi da Covid.

Noi dobbiamo fermare i #Notutto violenti, e aiutare chi ha veramente bisogno. Sta qui oggi il compito di chi come noi ha saputo difendere la Democrazia italiana anche nei momenti più bui.