E la chiamano estate. ‘Normalizzare’ le vacanze per sconfiggere la paura
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Nell’immaginario collettivo, cosa c’è di più libero, colorato e divertente di un’estate spensierata? Dopo mesi di duro lavoro in città, la voglia di evadere, rilassarsi e riposarsi è una necessità che accomuna tutti. Ma quest’anno i nostri piani rischiano di saltare a causa della diffusione del Coronavirus: che estate sarà? Lo abbiamo chiesto a Francesco Tapinassi, direttore scientifico di BTO – Buy Tourism Online – evento di riferimento in Italia sulle connessioni tra turismo e tecnologie di rete. 

Ci stiamo avvicinando all’estate più strana e difficile degli ultimi decenni. Alcuni analisti hanno ipotizzato che le prossime vacanze saranno molto simili a quelle che facevamo negli anni ’50, sarà davvero così?

Stiamo affrontando una crisi senza precedenti e soprattutto che non ha situazioni simili nel passato da cui trarre insegnamenti o soluzioni. Inoltre lo scenario si presenta continuamente dinamico, con una conoscenza del virus che cambia ogni poche ore, rendendo ogni decisione davvero complicata. Per quel che riguarda il settore Leisure, legato alla parola “vacanza”, la vera sfida sarà comprendere come due forze psicologiche contrapposte si compenseranno: da un lato il desiderio catartico di uscire dalla quarantena e dalle limitazioni negli spostamenti che abbiamo vissuto in queste settimane, con un rafforzamento del desiderio di “evasione” , nel vero senso del termine. Dall’altro la percezione del rischio e della sicurezza della salute, che vede in alcune scelte organizzative un pericolo reale di rafforzamento della valutazione della situazione. Tanto più grande sarà la nostra capacità di “normalizzare” l’esperienza turistica, tanto più saremo in grado di rispondere al desiderio di mettere in secondo piano le paure legate al contagio, alleggerendo la pressione psicologica a cui tutti noi siamo stati sottoposti.

Normalizzare oggi vuol dire anche essere sempre connessi per accorciare le distanze fisiche. La regione Toscana punta su vacanze per famiglie dove si possa coniugare relax e smartwork, è una scelta giusta?

Stiamo lavorando a misure adatte  ad un turismo di prossimità, soprattutto composto dalla domanda italiana. In Toscana abbiamo tantissimi attrattori, capaci di adattarsi ai gusti e ai desideri di tutti i tipi di viaggiatori. Soprattutto abbiamo ancora destinazioni e luoghi capaci di stupire, in larga misura non ancora completamente conosciuti. Questo ci permette un grande vantaggio competitivo, che si coniuga a una ospitalità secolare che ha reso la nostra regione uno dei pochi brand riconosciuti nel turismo a livello globale. La sfida è quella di un  nuovo modello di collaborazione pubblico/privato, in grado di mettere insieme la promozione pubblica con l’offerta reale di esperienze del territorio, che solo gli operatori privati possono organizzare e offrire ai viaggiatori che sceglieranno la Toscana. Penso sia difficile ipotizzare un turista che non voglia anche ottime connessioni, e che, durante un periodo di pausa, non chieda di poter sempre essere collegato al suo network sociale e lavorativo.  

A proposito di network, ci hanno aiutato a viaggiare con la mente quando dovevamo rimanere in casa, oggi i social come aiuteranno il futuro del turismo? 

L’iper-digitalizzazione di queste settimane ha profondamente cambiato sia la domanda che l’offerta. Tutti i viaggiatori , anche quelli che utilizzavano meno le numerose opportunità che l’online metteva a loro disposizione, hanno scoperto la semplicità e l’usabilità delle piattaforme digitali, dalla spesa alimentare quotidiana alle visite virtuali di musei o destinazioni lontanissime. Anche l’offerta ha colto queste settimane di blocco per dedicare tempo alla propria formazione, ne abbiamo avuto prova concreta nel successo della giornata BTO reshape tourism che ha visto moltissime persone connesse e nei Tuscany Labs dedicati agli operatori regionali. E soprattutto tanti imprenditori hanno cominciato a conoscere meglio cosa la rete può fare, per connettersi tra loro nella sfida epocale di una ri-modellizzazione dei processi organizzativi dell’offerta italiana. L’ecosistema digitale regionale ha sempre puntato moltissimo alla comunicazione innovativa, partendo dai social e dal sito Visittuscany. Abbiamo sempre creduto che le rete fosse il futuro del turismo nel mondo, ed infatti, abbiamo organizzato ben 12 edizioni della Buy Tourism Online , convinti, come siamo, che si può vincere solo se connessi.

Il settore del tursimo in questa crisi è stato uno dei più colpiti, si è fatto abbastanza per sostenerlo e come si fa a rilanciarlo? 

Uno degli effetti del Covid-19 è che ha messo in evidenza quanto conta il turismo e il suo indotto nell’economia del paese e di alcune destinazioni in particolare. Serve rafforzare questa percezione al fine di individuare le migliori soluzioni di sostegno al settore, per sua natura sfuggente nel calcolo del peso nel PIL nazionale e dell’impatto nell’occupazione, soprattutto giovanile e delle donne. Si stanno sperimentando delle soluzioni, alcune non mi convincono particolarmente ma il doveroso richiamo a un senso di responsabilità collettiva per il sostegno dell’offerta del nostro paese mi sembra necessario ed utile, senza scivolare nelle banalizzazioni “autarchiche” che sarebbero ben poco gradite dai tantissimi visitatori stranieri. Inoltre, spero che si sia percepita l’importanza della misurazione e dei dati del fenomeno turistico, scongiurando una serie di conoscenze approssimate che non portano vantaggi credibili e duraturi ad un comparto così importante.

Si parla di rendere migliore le nostre società: cosa portiamo del vecchio modo di fare turismo nel futuro e cosa abbandoniamo per sempre?

In molti auspicano una modifica sostanziale dell’atteggiamento della popolazione mondiale, con una riscoperta di valori autentici nell’ambito di una profonda rivisitazione delle priorità. Vedremo ci sono segnali positivi ( la solidarietà al settore medico) ma anche qualche criticità. Per esempio il tema ambientale è stato completamente declassato, vedo poca attenzione allo smaltimento di milioni di apparati di sicurezza individuali che, senza adeguate misure, faranno aumentare enormemente il numero dei rifiuti del pianeta. Una grande novità però è legata al lockdown, l’uso generalizzato degli strumenti digitali e un nuovo significato della rete che ha consentito il mantenimento delle relazioni sociali, della scuola, della produttività per milioni di persone. Mi permetto di osservare che il sistema globale e nazionale ha sostanzialmente retto a una richiesta di connessioni del tutto inattesa, e che le modifiche sociali nell’uso degli strumenti digitali avranno numerose e permanenti conseguenze anche nel settore turistico. Ne abbiamo parlato lungamente nell’ultima edizione di BTO, dedicata al l’onlife tourism, con particolare attenzione ad una tecnologia “amica” in grado di supportare le relazioni Human to Human. L’emergenza Covid ha messo ancor più in risalto questo aspetto.

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