Spazio, prove tecniche di futuro
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Con il primo volo in orbita per mezzo di un’azienda privata, programmato per mercoledì 27 maggio e rimandato di qualche giorno solo a causa del maltempo, l’esplorazione spaziale tocca un punto di non ritorno e apre nuove frontiere di business e opportunità di sviluppo.


Prove tecniche di futuro. Sabato 30 maggio è una data da cerchiare in rosso sul calendario (sarebbe stata mercoledì 27, ma il maltempo ha costretto ad un rinvio). Per la prima volta, due astronauti voleranno con una navicella spaziale di un’azienda privata – la Space X di Elon Musk – per andare sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Un evento storico, precursore di un nuovo paradigma per ciò che concerne l’esplorazione dello spazio e le connesse opportunità di business.

Un passaggio di certo fondamentale per gli Stati Uniti e la Nasa, che grazie a questa collaborazione con un soggetto privato americano riportano, dopo nove anni dallo stop dello Space Shuttle nel 2011, astronauti statunitensi nello spazio, partendo da una base di lancio sempre a stelle e strisce. Un’operazione tutta made in USA, ma che apre nuove frontiere per il mondo intero.

L’aerospazio, d’altronde, è sempre più protagonista del progresso umano e al centro di programmi economici, commerciali e di industrializzazione, con implicazioni anche geopolitiche. L’ingresso dei privati in un settore finora prerogativa del pubblico e oggetto di sfida tra potenze – dallo Sputnik, primo satellite messo in orbita dall’Unione Sovietica nel 1957, al primo uomo sulla luna ad opera degli USA nel 1969, fino alla prima esplorazione del lato nascosto della luna, grazie alla sonda cinese Chang’e 4 nel 2019 – porta inevitabilmente a nuovi riassetti, economici, politici, accademici, culturali. E, dunque, a nuove possibilità di sviluppo.

Anche per l’Italia, con un significativo potenziale imprenditoriale e le Marche, già culla dell’umanesimo matematico e patria di Giuseppe Occhialini, padre dell’astrofisica italiana e i cui studi su raggi cosmici e fisica dello spazio hanno contribuito alla nascita dell’ESA – Agenzia Spaziale Europea. Sempre di origini marchigiane era un altro illustre italiano che ha contribuito a rendere grande il nostro Paese: Enrico Mattei, presidente dell’Eni che, mettendo a disposizione del progetto di Luigi Broglio la base di Malindi, in Kenya, nel 1967 per il lancio del satellite San Marco 2, consentì all’Italia di essere il terzo paese al mondo a lanciare un satellite nello spazio, dopo URSS ed USA, dando così impulso alla nascita delle scienze spaziali italiane. E ancora oggi l’Italia è tra le potenze più all’avanguardia nell’aerospazio ed è una delle pochissime ad avere in casa l’intera filiera del settore.

Quindi, lo spazio come occasione di riconversione del sistema produttivo anche per molte realtà italiane e marchigiane e traino per l’intero sistema economico. Un settore in grado di generare ampi margini di crescita, ma che richiede di investire su ricerca, formazione e collaborazione pubblico/privato. Temi strettamente interconnessi, come già messo in luce lo scorso 10 ottobre con l’iniziativa conclusiva della Settimana Mondiale dello Spazio – unico evento nazionale in adesione alla World Space Week ad aver ottenuto il patrocinio di Esa, Asi, Inaf e Gssi –, organizzata ad Osimo nell’ambito del progetto OsimoLab, proprio con l’obiettivo di far dialogare istituzioni, aziende, mondo accademico e della ricerca e per incentivare la nascita anche nella regione Marche di un cluster tecnologico e scientifico.

Le materie STEM, peraltro, rappresentano una sfida, tutta attuale, di carattere culturale e sociale. Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica sono linguaggi imprescindibili del futuro più prossimo e sono anche un campo di prova per la parità di genere. L’auspicio è che sempre più ragazze si avvicinino allo studio di queste materie, tradizionalmente appannaggio delle menti maschili, considerato anche che, stando ai dati del Censis diffusi lo scorso novembre e riferiti al 2018, le donne iscritte all’università sono più degli uomini – il 55,4% (che sale addirittura al 59,3% negli studi post-laurea), così come quelle che si laureano – 57,1%, ma sono la netta minoranza quando si parla di materie tecniche e scientifiche: Informatica e Tecnologie Ict 13%, Ingegneria Industriale e dell’Informazione 22%.

Oggi, purtroppo, la crisi sanitaria ed economica legata al Covid-19 sta assorbendo gran parte dell’energia e dell’attenzione del sistema-Paese. Ma lo straordinario lancio nello spazio del 30 maggio ci dà l’occasione di guardare avanti ed immaginare un futuro nuovo e affascinante, anche per la nostra Italia e le Marche, terra di celebri scienziati, lavoratori operosi ed imprenditori eclettici.


Frida Paolella è Responsabile Europa, Internazionalizzazione ed Imprenditorialità PD Marche. Consigliera comunale Comune di Osimo delegata a Politiche europee ed OsimoLab

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