I nuovi lavori del Next Generation Eu per resistere alla tempesta di primavera
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Il 31 marzo del 2021, salvo improbabili ulteriori rinvii, scadrà il blocco dei licenziamenti in vigore dallo scorso marzo.

Sarà trascorso un’ anno dall’introduzione del divieto per le aziende di licenziare, un’anno nel quale tutto si può dire, meno che il Governo non abbia cercato in questa crisi drammatica – con pesantissimi aggravi di spesa pubblica – di proteggere e tutelare in tutti i modi i lavoratori e il loro reddito attraverso i vari strumenti di protezione, ricorrendo primariamente e in maniera massiccia alla Cassa Integrazione in Deroga.

Uno strumento che ha dimostrato – in questi mesi – tutti i suoi limiti operativi e non solo.

Una riforma necessaria e improrogabile

Com’è noto ormai da anni, la Cassa Integrazione come gli altri Ammortizzatori sociali che compongono il sistema di welfare pubblico italiano del lavoro, necessitano di una riforma organica che cambi radicalmente i pilastri su cui si basano gli strumenti di protezione dei lavoratori nella nostra legislazione del lavoro, incentrata storicamente e per tradizione politica unicamente in senso assistenzialista sulla conservazione del posto e del reddito del lavoratore.
In questo momento storico in cui è evidente la necessità di ripensare totalmente il sistema Italia e ricostruire le nostre strutture economiche e sociali con spirito riformista – per utilizzare al meglio le risorse europee del Next Generation Eu – non possiamo perdere l’occasione per cambiare approccio e operatività agli Ammortizzatori sociali con una radicale riforma per rendere – finalmente – gli strumenti di protezione non solo un sostegno economico per tutelare il reddito ma riqualificazione e formazione per aiutare i lavoratori a trovare nuove opportunità lavorative e ricollocarsi nel mercato.
Implementare le politiche attive
Questo deve avvenire attraverso un percorso che parta dalla presa in carico dei lavoratori e delle lavoratrici in Cassa integrazione o in regime di Naspl da parte dei Centri per l’Impiego accompagnandoli nella ricerca di un corso di formazione che li aiuti a utilizzare il tempo di sospensione lavorativa per aggiornarsi o, in caso di lavoratori che hanno perso definitivamente il lavoro, in una riqualificazione per trovare una nuova opportunità lavorativa con sinergie tra aziende, centri per l’impiego ed enti di formazione.
Al Ministero del Lavoro è in discussione una riforma degli Ammortizzatori sociali che mira non solo a mettere ordine tra i vari strumenti di sostegno al reddito creando una misura universale ma anche a garantire la protezione ai lavoratori e alle lavoratrici fino ad ora esclusi da forme di welfare pubblico come le Partite Iva.
Una riforma di questo tipo tuttavia, non può prescindere da un ripensamento delle Politiche attive del lavoro che, in Italia, non riscuotono risultati esaltanti nonostante le buone performance dei programmi europei Youth Guarantee – rivolta ai Neet – e gli altri interventi finanziati dal Fondo Sociale europeo destinati ai disoccupati.
Disoccupati che, inevitabilmente, aumenteranno in maniera esponenziale quando sarà terminato il blocco dei licenziamenti.

Ascoltare il mercato e lanciare le professionalità del futuro

A partire dal 1 aprile, ossia da quando cadrà il divieto per le aziende di licenziare, inevitabilmente, ci troveremo di fronte a una tempesta di primavera, una crisi sociale prima che occupazionale che coinvolgerà centinaia di migliaia di lavoratori e le loro famiglie.
È inutile farsi illusioni.
Molti lavori e posti di lavoro andranno persi per sempre mentre per alcuni settori – per esempio nel turismo e dello spettacolo – occorrerà attendere molti mesi per tornare ai livelli occupazionali pre-covid.
Ma se da una parte aumenteranno i disoccupati e i loro posti di lavoro non torneranno più, dall’altra gli investimenti pubblici previsti dal nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dai programmi legati agli obiettivi europei dell’ European Green Deal e di ReactEu, offriranno nuove opportunità lavorative da cogliere, con rapidità e visione, per agganciare la ripresa economica e occupazionale.

E per farlo è necessario ascoltare il mercato, i suoi bisogni e le prospettive iniziando a formare rapidamente le professionalità che serviranno in futuro.
Già guardando al presente, sfruttando l’opportunità del Superbonus 110% il settore dell’edilizia – da sempre considerato strategico per la ripresa economica e occupazionale- fa registrare numeri promettenti e assieme al piano europeo legato alle ristrutturazioni Renovation Wave e alle opere infrastrutturali previste dal nostro PNRR farà aumentare la richiesta di figure professionali quali carpentieri, elettricisti, caldaisti, idraulici, piastrellisti.
Conseguentemente, bisogna partire subito per formare giovani disoccupati da impiegare in quei settori.

Accanto all’edilizia, gli ingenti investimenti pubblici italiani ed europei interesseranno altri settori quali ambiente – con la rivoluzione verde che coinvolgerà i nostri centri urbani – e la transizione digitale.

Occorreranno, da qui ai prossimi dieci anni, nuove professionalità da impiegare nell’economia circolare, nel ciclo dei rifiuti, nella cura del verde pubblico, nell’agricoltura sostenibile e nelle nuove forme di turismo legate al turismo eco sostenibile e di prossimità con la riscoperta e la valorizzazione di borghi e frazioni nascoste del nostro paese.
Professionalità di cui al momento non disponiamo ma che – studiando le prospettive e i progetti del nostro PNRR – possiamo creare, riqualificando non solo i lavoratori che non hanno più un lavoro o lo perderanno, ma anche formando giovani, donne e over 50 esclusi dal mercato del lavoro.

Trainata dal Next Generation Eu, dal nostro PNRR e da una visione a lungo termine incentrata su un nuovo modello di sviluppo verde e digitale, una ripresa occupazionale è possibile in tempi relativamente brevi.

Ma occorre investire subito sui giovani e sulle donne, sulla loro formazione e sulla nascita di nuove professionalità.

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2 COMMENTI

  1. ottima analisi e contenuto condivisibilissimo. Si spera davvero che il superbonus attivi il mondo del lavoro poichè, da analisi fatte in proprio e nel nostro territorio con altri tecnici, davvero si teme l’impossibilità ad attivare i cantieri per mancanza di manodopera soprattutto specializzata.

  2. mi sembra troppo retorico il riferimento generico alla cosidetta economia verde mentre mi sembra piu’ giusto lavorare per le nuove generazioni (e finiamola una volta per tutte con l’inglesismo ) per esempio nulla si dice sulla mancanza di tecnici operativi(gli operai di oggi) richiesti per più di 200.000 unita’ attualmente dal vero mondo imprenditoriale che è quello formato da artigiani e piccole aziende.Occorre potenziare seriamente gli istituti tecnici nindustriali ed agricoli,dando risorse economiche ma sopratutto professionalità degli insegnanti attingendo alla esperienza di chi ha lavorato nella manifattura che è quella che tiene in piedi il nostro paese!Ma sopratutto occorre che i tecnici operativi siano retribuiti meglio e non assoggetati al lavoro precario che non consente una formazione professionale seria. Lo stato deve prevedere agevolazioni e gli imprenditori devono pagare di più i tecnici operativi.Venite a vedere e toccare con mano le aziende piccole medie non solo della lombardia ,soffocate da burocrazia e da adempimenti assurdi che ci distolgono dall’affrontare il cambiamento dei processi di produzione e di prodotto.Basta con i navigatori pubblici del reddito di cittadinanza (a proposito dove sono finiti ,quanti sono e quanti nuovi contratti di lavoro hanno concluso??),basta con il foraggiamento di Alitalia e dei suoi dipendenti che hanno finora usufruito di privilegi e basta con il pensionamento anticipato di chi sta bene in salute,sostenendo i lavoratori con lavori usuranti o chi ha problemi di salute. Penso di avervi dato sufficienti spunti da approfondire e da perseguire e chiedo priorità assoluta alla semplificazione .altrimenti non saremo in grado di spendere tutti e bene quello che l’Europa ci da.Osservazioni di un piccolissimo imprenditore in pensione dopo 46 anni di lavoro,un anno di militare e da quando avevo diciotto anni impegnato nella amministrazione locale e nella politica . Uscite fuori dagli uffici romani e andate nelle fabbriche a
    vedere cosa succede! A.R. tel 3483417046

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