Il welfare della disuguaglianza e la necessità di un nuovo patto sociale
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Lo scorso 30 aprile, ancora una volta nel nostro paese, un Tribunale Ordinario ha provveduto ad accertare una condotta discriminatoria messa in atto da una Amministrazione Pubblica.

Il fatto non deve sorprendere: secondo l’ultima relazione dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, il 20% delle discriminazioni messe in atto contro i cittadini stranieri riguarda l’erogazione di servizi da Enti Pubblici, il settore scuola-istruzione, quello sanitario e il trasporto pubblico.

In questo caso, l’Amministrazione Pubblica è il Comune di Ferrara, e la condotta discriminatoria è l’accesso alle risorse straordinarie assegnate dalla Protezione Civile ai Comuni italiani, per fare fronte all’emergenza alimentare dovuta al Coronavirus, i cosiddetti “buoni spesa”.

Il Sindaco della Lega, Alan Fabbri, ha organizzato l’erogazione dei buoni alimentari, stilando una sorta di graduatoria di cittadini meritevoli, classificandoli sulla base della loro nazionalità: prima gli italiani, poi gli europei ed infine i cittadini extra Ue, ma solo se in possesso di permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo. I cittadini stranieri in possesso di altre tipologie di permesso di soggiorno sono stati completamente esclusi dagli aiuti alimentari, spogliati di un fondamentale ed elementare diritto umano: il diritto al cibo. 

Il Giudice del Tribunale di Ferrara ha ordinato al Comune di riformulare i criteri del bando, consentendo la presentazione di nuove domande e applicando per tutti i richiedenti i medesimi parametri di valutazione, basati sul bisogno di assistenza, e non sulla nazionalità di provenienza.

Il comportamento della Lega a Ferrara non deve essere derubricato a distrazione o incompetenza amministrativa, ma va inquadrato come precisa volontà politica di ridefinire i canoni narrativi di un nuovo welfare locale, fondato sulla separatezza, sulla disuguaglianza e sulla discriminazione.

La pandemia ci consegnerà una eredità pesante sotto il profilo sanitario, sociale ed economico. Sapremo affrontare i tempi che verranno, se non cederemo il passo alle semplificazioni populiste che strumentalizzano la povertà per acuire il conflitto sociale, e se saremo in grado di rilanciare un patto sociale fondato sui diritti, interpretando il welfare come cultura di partecipazione, di solidarietà e di comunità perchè, citando le parole di Bryan Stevenson, fondatore di Equal Justice Initiative, “l’opposto della povertà non è la ricchezza, l’opposto della povertà è la giustizia”.


Valentina Morigi è assessora al bilancio, partecipazione, servizi sociali, casa, politiche giovanili, immigrazione del comune di Ravenna. E’ coordinatrice di progetto di Immagina

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