“Il futuro? Nulla sarà come prima, le donne saranno protagoniste”. Parla Marisa Rodano
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E’ stata una partigiana, una combattente, e per questo arrestata e detenuta per attività contro il fascismo. È stata la prima donna nella storia italiana a venire eletta alla carica di vice presidente della Camera dei deputati, ruolo che ha ricoperto dal 1963 al 1968. E poi anche parlamentare europea, dirigente del Pci e tra le fondatrici dell’Unione donne italiane. Oggi, all’età di 99 anni, come noi tutti, è costretta in casa da un nemico invisibile eppure pericolosissimo e mortale. Ma Marisa Rodano ne è consapevole: “Nulla sarà più come prima”.

Ma come sarà il futuro? “Ho l’impressione” ci dice, “che sussista una notevole confusione circa la situazione che stiamo vivendo e l’uscita dal periodo di chiusura in casa. Molti, mi sembra, pensano che tutto possa tornare come era prima del Coronavirus e che la riapertura di fabbriche, luoghi di lavoro e esercizi commerciali possa riportare a vivere come era prima della pandemia, come se nulla fosse cambiato. Non c’è la percezione che si stia ancora in pieno in uno stato di “guerra” al virus”.

A pochi giorni dall’inizio della Fase due, che ci ha visto tornare ad uscire di casa, seppure con tutte le precauzioni del caso, un dato balza subito agli occhi: a tornare sui luoghi dei lavoro sono soprattutto gli uomini, ben il 72%. Un dato che non può non preoccupare chi, come Marisa Rodano, è da sempre impegnata per la parità di genere: “Non so se il ritorno a una situazione di apparente normalità contribuirà a ribadire le differenze di genere. Senza dubbio durante la fase appena trascorsa, le donne hanno avuto, sia in casa, sia fuori, un ruolo fondamentale. L’immagine delle donne che si facevano carico degli anziani, che intrattenevano i bambini in casa e soprattutto delle moltissime impegnate in prima persona negli ospedali, nelle case di riposo, nell’assistenza a malati e a alle persone in quarantena o le donne medico, infermiere, portantine, addette alle pulizie, al trasporto delle salme ha fatto vedere donne efficienti, capaci, sovente indispensabili”. Un buon auspicio per il futuro che verrà, sempre che si riesca ad estirpare la cultura maschilista e patriarcale, altrimenti fare un passo avanti è impossibile. “E’ probabile”, dice ancora Rodano, “che i maschi penseranno che il ritorno a una situazione simile – essi auspicano – a quella antecedente alla pandemia, possa far tornar anche al predominio maschile. Mi sembra difficile che ciò possa accadere. Sono convinta che le donne, dopo questa esperienza, non si rassegneranno facilmente a tornare ad essere solo “casalinghe”.

Eppure nei posti di comando continuano a non essere coinvolte, esempio plastico sono le task force del governo, tutte rigorosamente a maggioranza maschile. Per Rodano la storia ci insegna che nulla va dato per scontato: “L’esperienza di ciò che avvenne all’indomani della guerra di liberazione non depone bene” ma le cose possono cambiare anche se in tv e nei dibattiti politici si è ritornati a vedere solo maschi. “Bisognerebbe applicare la legge che prescriveva che nelle liste ci doveva essere almeno il 40% di donne”, ci dice, “ma soprattutto è necessario, come ha detto Nicola Zingaretti, immaginare un futuro diverso, a partire dalla definizione di un “Women new deal” per il rilancio del Paese”.

A chi, in questi giorni, evoca lo spettro di una dittatura o di una esautorazione del Parlamento, Marisa Rodano risponde con le idee chiare di chi la guerra al fascismo l’ha combattuta in prima linea: “Non penso che il Parlamento sia stato esautorato o che sia stata violata la Costituzione, ma avverto il pericolo che questa situazione possa portare ad una limitazione dei diritti individuali e delle prerogative dei singoli cittadini. Abbiamo, come disse Piero Calamandrei, una delle costituzioni più belle del mondo. La Costituzione va non solo difesa, ma applicata. Questo mi sembra, oggi, l’obiettivo fondamentale che le forze politiche dovrebbero perseguire. E non vorrei che si dimenticasse che della scrittura di articoli fondamentali quali l’articolo tre sulla parità o l’articolo sulla famiglia furono scritti, superando le diverse posizioni politiche, proprio dalle donne costituenti”. Un insegnamento del passato che vogliamo portare a tutti costi anche nel futuro, a prescindere dalla pandemia.

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