Rivedere i programmi scolastici per formare cittadini più consapevoli
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L’epidemia che stiamo vivendo ci ha posto davanti il problema della scuola. Gli insegnanti e gli alunni si sono dovuti adattare alla didattica a distanza e ciò ha messo in luce l’insufficienza di tecnologie, connessioni stabili e conoscenza degli strumenti che internet ci offre. D’altro canto, quando riprenderanno le lezioni frontali, si dovrà affrontare il problema di strutture che, già prima dell’epidemia, erano sovraffollate e/o da ristrutturare. Sono problemi che andavano affrontati già prima dell’epidemia e che ora dovremo provare a risolvere con maggiore impegno.

Tuttavia si è parlato poco dei programmi, che necessitano di essere posti al passo coi tempi. Vorrei quindi offrire due semplici idee, da adattare per ogni indirizzo di studio, per migliorare i programmi delle scuole superiori; queste proposte derivano dalla mia esperienza di studente e si basano su due parole chiave: conoscenza del Novencento e maggiore conoscenza scientifica.

È quasi impossibile riuscire ad arrivare oltre l’inizio della guerra fredda, nonostante tutto l’impegno dei docenti di storia. Ciò comporta che gli studenti escono dalle superiori senza aver studiato eventi importantissimi della nostra storia repubblicana; senza aver studiato chi siano Aldo Moro o le brigate rosse e nere; senza aver studiato il processo di formazione dell’Unione Europea; senza aver studiato la crisi di Cuba, la caduta dell’Unione Sovietica o del muro di Berlino. Insomma, gli studenti rischiano di uscire dalla quinta superiore senza avere gli strumenti storico-politici per comprendere il mondo moderno. Bisogna quindi ricalibrare i programmi di storia della scuola superiore in modo da poter dedicare l’intero anno di quinta al Novecento.

Un processo analogo andrebbe anche fatto per i programmi di letteratura italiana e, per gli indirizzi in cui è presente, filosofia.

In molti indirizzi, inoltre, è praticamente assente l’insegnamento di materie scientifiche; vengono in parte insegnate nel biennio e poi abbandonate. Ciò comporta che, finiti i cinque anni, gli studenti siano carenti dal punto di vista scientifico, fermi a quanto acquisito alle scuole medie; queste conoscenze sono però necessarie da un lato per poter tenere il passo con un progresso tecnico-scientifico sempre più rapido, dall’altro per evitare di cadere vittime della disinformazione e delle fake news. Andrebbero inoltre dedicate delle ore per spiegare i meccanismi con cui lavora la comunità scientifica, in modo che gli studenti abbiano ulteriori strumenti per poter scegliere accuratamente le fonti d’informazione.

La scuola serve a formare noi giovani, gli adulti di domani, i futuri intellettuali, scienziati, politici e lavoratori, l’Italia del domani. Serve darci le conoscenze migliori per poter essere un’Italia migliore.


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2 COMMENTI

  1. Forse lo studente non sa che le linee guida dei programmi scolastici già prevedono lo studio del Novecento e solo di quello nell’ultimo anno di liceo ( ma anche degli altri indirizzi di studio )
    E’ che spesso non si riesce a farlo perché molti docenti si attardano a focalizzare lo studio dei periodi precedenti.
    Così pure l’insegnamento scientifico è stato potenziato tantissimo e in tutti gli ordini di scuola. Soprattutto le due materie principe della formazione scientifica: matematica e fisica.
    Quindi più che modificare i programmi serve ATTUARLI!!!

  2. Esiste un luogo riconosciuto da tutti ove si sviluppa la cultura: scuola.
    Cultura non significa solo conoscenza, ma soprattutto consapevolezza.
    Il termine consapevolezza rappresenta il salto di qualità della scuola ove affidiamo i nostri ragazzi che saranno i cittadini di domani.
    Ragionare di programmi, pertanto, significa operare per costruire nei ragazzi la consapevolezza della società e come saper arginare la domanda verso i vizi.
    La storia insegna che non si possono contrastare i vizi dell’uomo agendo solo con lo strumento giudiziario, ovvero, reprimendo l’offerta.
    Oltre all’offerta, infatti, esiste la domanda e questa non può essere combattuta per via giudiziaria.
    La sola arma per combattere la domanda è la strada culturale: scuola
    Nel caso specifico penso alle superiori dove i ragazzi si avvicinano alla maggiore età e hanno già fatto un percorso formativo che gli ha dato gli strumenti per capire.
    Le informazioni e la relativa formazione devono essere parte integrante dei corsi curricolari.
    La questione è più semplice di quello che può apparire.
    Gli effetti nocivi della droga, del fumo ed alcool, possono essere inseriti in modo naturale nei corsi di scienza o chimica.
    Si tratta, infatti, di applicazioni sul corpo umano dei principi curriculari.
    Nello stesso modo le conseguenze di una guida pericolosa possono essere trattate con facilità nel corso di fisica.
    Si tratta, infatti, di esercizi normali relativi alla dinamica del veicolo.
    In relazione alla docenza non vi è bisogno di un copro docente specializzato.
    I principi di cui si sta ragionando possono e devono essere tradotti in modo da essere compresi ed assimilati dai ragazzi.
    Tutti gli insegnanti sono laureati nelle diverse materie interessate.
    Un semplice corso di aggiornamento li renderà all’altezza della situazione.
    Gli argomenti faranno parte integrante del programma curriculare per cui saranno oggetto di interrogazioni e compiti scritti come ogni altro argomento scolastico.
    In questo quadro di azioni avremo sviluppato nei ragazzi una conoscenza scientifica dalla quale deriverà la consapevolezza delle loro azioni.
    Stiamo ragionando di un salto culturale della scuola assai significativo.
    La scuola entra nel vivo della vita del ragazzo e gli toglie ogni alibi di ignoranza in relazione alle proprie azioni.

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