Scuola, non servono solo risorse ma un investimento sul futuro
S

Scuola 0 – 19 e poi Università per chiunque lo voglia. Così immagino la nostra scuola.

Dal nido alla maturità e poi oltre per chi vuole continuare. Gratuita. Libri e supporti informatici per tutti. Sostegno per coloro che ne hanno bisogno. Spazi nelle classi, palestre e giardini. Formazione continua per gli insegnanti e stipendi all’altezza del compito che affidiamo loro, ossia l’educazione di quanto di più prezioso abbiamo, i nostri bambini e i nostri ragazzi.

Che cosa intendiamo altrimenti per diritto all’istruzione? Come rispondiamo al dettato costituzionale che prevede proprio questo?

Diritto all’istruzione e diritto alla formazione. Parole che leggiamo nei documenti dell’Onu, che ci ripete l’Unicef, che sono scolpite nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. Un fatto culturale, un nuovo modo di pensare che deve appartenere a tutti. È questo il nodo dello sviluppo del Paese. Dare centralità all’istruzione.

Non potremo mai parlare di sviluppo se non avremo scuole in grado di accogliere, sostenere, seguire con cura e con i mezzi adeguati tutti i nostri bambini e ragazzi. Tutti, anche quel milione e duecentomila bambini poveri che sembrano invisibili; anche coloro che vivono direttamente la violenza o la osservano esercitata contro le proprie madri in case inadeguate, o in baracche nelle periferie metropolitane.

Ecco cosa immagino. Immagino di dare a tutti i nostri ragazzi ciò di cui hanno diritto. Immagino un bilancio dello Stato che non consideri la scuola e il mondo della formazione un settore, ma il fondamento del proprio essere. Non voglio quindi risorse per la scuola. Non voglio, da parlamentare della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, chiedere attenzione ed avere qualche milione dai governi di turno, misure di cui magari essere anche soddisfatta. Vorrei che l’investimento in scuola e formazione fosse percepito da tutti come punto di partenza ineludibile.  

È un modello nuovo quello che deve affermarsi; una nuova cultura, quella della centralità della scuola. Un paese cresce, inventa, crea innovazione ed è socialmente all’avanguardia se crede nei suoi giovani e dà loro tutte le opportunità perché acquisiscano conoscenza e competenze.

Solo un sistema formativo ricco di risorse e ritenuto da tutti essenziale per lo sviluppo etico, sociale ed economico del Paese garantirà un futuro all’Italia e forse anche “felicità”. La gioia di imparare, la sfida del sapere, la capacità di riuscire a mettersi in gioco e di vincere perché ci sono gli strumenti per farlo, contribuiscono a dare pienezza della vita di chiunque, con una soddisfazione che nessun bene materiale potrà mai donare.

A noi del Partito Democratico spetta il compito di far avverare questo. Un sogno che deve diventare impegno politico e potenza di cambiamento.

In questa emergenza Covid-19 tutte le energie di Governo e Parlamento dovranno essere orientate per ristabilire il prima possibile il diritto all’istruzione per i bambini e i ragazzi italiani, rimandandoli nelle classi. Per alcune fasce è già possibile prevedere una riapertura nelle prossime settimane e le comunità locali stanno già predisponendo piani che puntino ad ascoltare il mondo dei bambini e delle famiglie e a ripristinare luoghi e ambienti di relazione che consentano di proseguire, anche nei mesi estivi, la frequenza e i percorsi di apprendimento.

Ristabilire questo equilibrio nella vita dei ragazzi e delle loro famiglie è un dovere che la politica deve sentire in tutta la sua urgenza. Troppo è stato sottratto in termini di istruzione e socialità e recuperare quanto perduto non sarà semplice. È richiesto un impegno specifico da parte di tutta la comunità locale – Regioni, Province e Comuni – e del sistema pubblico scolastico nel suo complesso, costituito da scuole statali e paritarie.

Servono Patti territoriali tra scuola, terzo settore e amministrazioni locali. I sindaci dovranno essere in prima fila per continuare a offrire servizi all’infanzia e servizi di sostegno a tutte le scuole. Tuttavia questo sarà impossibile se ai Comuni italiani non verrà garantito un adeguato livello di risorse, anche superiori al passato, perché siano in grado di incrementare i servizi per l’infanzia e per le scuole attraverso il contributo del mondo del terzo settore che dovrà essere chiamato a colmare il vuoto che tanti mesi di allontanamento dai banchi hanno determinato.

È una sfida collettiva di cui tutti dobbiamo farci carico nella convinzione che le risorse per la scuola siano l’investimento più importante per un nuovo modello di sviluppo fondato sulla cura e sulla crescita complessiva della persona.


Rosa Maria Di Giorgi è una parlamentare del Partito Democratico. E’ membro della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera e, da novembre 2018, fa parte della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza.

Più letti

spot_img

Articoli correlati

3 COMMENTI

  1. Mi sembra tutto da condividere questo appello forte e ragionato di Rosa Maria Di Giorgi, che contiene una verità ineludibile: un Paese civile e una politica “civica” devono saper ripartire dai bambini e dai ragazzi per poter salvare se stessi e il futuro che gli appartiene. Senza questa consapevolezza, qualsiasi promessa di sviluppo diventa una menzogna.

  2. Mi piacerebbe che si considerassero due punti:
    1) bisognerebbe pian piano riprogettare le scuole in modo da superare il paradigma: corridoio-aule. Gli ambienti dovrebbero favorire maggiormente la convivialita’ dell’apprendimento, problema molto ben presente agli architetti del moderno
    2) i nuovi programmi didattici dovrebbero tener presente che gli allievi hanno nelle loro tasche gli smartphone che altro non sono che dei potenti computer, e finestre su un diluvio di informazioni. Gli insegnanti allora dovrebbero aiutare gli allievi a districarsi nel mare di informazioni a disposizione e con senso critico abituarsi a scegliere le nozioni più efficaci e pertinenti. Sempre più il manuale scolastico andrà perdendo la sua importanza. Naturalmente gli insegnanti andrebbero supportati con opportuni corsi d’addestramento per utilizzare al meglio la tecnologia

  3. Concordo con le affermazioni pienamente condivisibili di Rosa Maria Di Giorgi.
    Vorrei aggiungere che il finanziamento del comparto istruzione è il principale investimento sul futuro dell’Italia perchè si investe sui nostri figli.
    Oltre al problema noto e diffuso della sicurezza degli edifici scolastici che è urgentissimo da sempre, anche l’assunzione dei docenti in quantità adeguata al numero dei posti disponibili è parmenti importante e quindi l’iniziativa del PD è pienamente condivisibile.
    Infine non bisogna dimenticare il supporto di strumenti tecnologici e di connessione per gli alunni in stato di povertà al pari dei buoni libro.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore, inserisci il tuo nome

Magazine