Morti sul lavoro, una strage silenziosa che non possiamo dimenticare
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Paolo Pasquali 29 anni, Stefano Fallone 53 anni e 3 lavoratori rispettivamente di 45, 52 e 54 anni. Sono i 5 operai morti sul lavoro solo nelle ultime ore.

Pasquali e Fallone sono precipitati da un cantiere a Roma, da un altezza di 20 metri.
Un operaio di 52 anni, è stato travolto da un suv nel cantiere della fibra ottica a Scampitella (provincia di Avellino). Un operaio di 54 anni è rimasto schiacciato da un grosso scudo metallico, mentre era impegnato in alcune lavorazioni per la ristrutturazione industriale dell’area Tirreno Power di Savona. Un operaio di 45 anni è caduto da un impalcatura di un palazzo in ristrutturazione, a Trecase (provincia di Napoli).

Molto spesso di questi lavoratori non si sanno neppure i nomi. Persone e non numeri, non una semplice statistica. Con degli affetti, con una famiglia, con dei sogni. Questa mattanza quotidiana, purtroppo non conosce sosta.

I mezzi d’informazione hanno l’obbligo morale di “riaccendere i riflettori” su queste tragedie, perché se ne parli più possibile, per sensibilizzare sulle tante, troppe morti sul lavoro che ci sono ogni giorno in Italia.

La politica ha l’obbligo di occuparsene concretamente, perché si riducano drasticamente le troppe morti sul lavoro. Solo con l’impegno di tutti è possibile fermare queste stragi sul lavoro, che non fanno solo morti, ma rovinano tante famiglie.

E la si smetta di chiamarle “morti bianche”, un termine che è davvero assurdo ed ipocrita. Ci vuole un moto di indignazione di fronte a tutte queste morti sul lavoro!
E’ una vergogna che nel 21 esimo secolo, ci siano ancora tutte queste morti sul lavoro in Italia.


Marco Bazzoni è un Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Firenze

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