Non è un caso se l’Europa ha deciso di chiamare ‘Next Generation EU’ il suo portentoso piano per la ripresa dopo la pandemia. Solo mettendo al centro i giovani, il loro protagonismo e l’emancipazione a livello lavorativo e familiare si potrà infatti viaggiare verso una società diversa e migliore.
Prima dell’emergenza sanitaria il ruolo dei nostri ragazzi era spesso marginalizzato: stipendi molto bassi, precarietà, poche certezze e molte difficoltà. Con l’arrivo del Covid la situazione rischia di aggravarsi ancora di più. Per questo il momento di agire è ora.
Il Partito Democratico ha quindi deciso di mettere in piedi un grande piano per coinvolgere in maniera attiva le nuove generazioni. Un vero e proprio patto generazionale che non sia soltanto un elenco di buoni propositi ma azioni concrete per mettere al centro le potenzialità e la forza delle ragazze e dei ragazzi di oggi e non dimenticare i loro diritti.
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Le proposte messe in campo sono solo un punto di partenza su cui aprire un dibattito nel Paese e stimolare le migliori proposte per il futuro. C’è bisogno del contributo di tutte e tutti per rendere l’Italia un Paese a misura di giovani, per ricostruire la fiducia nel futuro e per far emergere le competenze, le energie e i talenti di cui abbiamo bisogno.
Ecco alcune idee messe in campo dal Pd:
Piano per i primi 1.000 giorni di vita – Rendere gratuite tutte le spese sostenute nei primi 1.000 giorni di vita dei bambini, facilitando l’accesso ai servizi e alle attività di prevenzione e rafforzando i consultori familiari come strutture di prossimità indispensabili per le famiglie.
5% del PIL nella Scuola pubblica – Portare l’investimento sull’istruzione dal 3,6% al 5% del PIL nei prossimi 4 anni. Sono risorse che serviranno sopratutto per assumere nuovi docenti e personale amministrativo, per potenziare le infrastrutture tecnologiche e digitali delle scuole, per aumentare i posti asilo per i bambini da 0 a 6 anni e per utilizzare le scuole come civic center finanziando attività extrascolastiche di carattere culturale, sociale e sportivo dopo il normale orario didattico, semplificando le procedure per l’affidamento da parte dei presidi.
Formazione gratuita – Combattere la povertà educativa azzerando i costi dell’istruzione a tutte le famiglie italiane con reddito medio/basso, rendendo mensa scolastica, trasporto pubblico, tasse universitarie e libri di testo gratuiti. La strada è quella già iniziata con le rette degli asili nido ma la misura deve essere estesa all’intero ciclo scolastico, per ridurre le diseguaglianze di partenza e favorire un processo di apprendimento continuo.
Digitale in tutte le case – È necessario inserire il diritto alla connessione in Costituzione e arrivare entro il 2022 alla copertura del 100% delle famiglie italiane con possibilità di connessione a banda ultralarga.
Nuovo sistema di valutazione per scuola e università – Nuovo sistema dovrà tener conto dell’impatto sociale della scuola e dell’università, fondato su indicatori quali la facilità di accesso, la diffusione della cultura e della conoscenza, il livello dei costi, il trasferimento tecnologico tra università e PMI, e promuovere la partecipazione ai più alti gradi degli studi della popolazione. La forza dei giovani per migliorare la PA e potenziare il sistema sanitario –
Ora è il momento di creare un elenco nazionale, con sezioni regionali, di laureati nelle materie tecniche (ingegneri, architetti, paesaggisti, chimici, geologi), ordinato per criteri prestabiliti di selezione. Le amministrazioni in questo modo potranno assumere giovani professionisti direttamente dagli elenchi con contratti di almeno 5 anni e metterli al lavoro su cantieri, autorizzazioni, manutenzione delle infrastrutture strategiche e transizione energetica. Per rafforzare la sanità pubblica il Pd propone invece l’assunzione di 50 mila giovani tra medici e operatori sanitari entro quest’anno.
Una formazione vicina all’impresa di domani – Mondo dell’impresa e della formazione devono essere più vicini per affrontare le grandi sfide della competitività: potenziare gli ITS (Istituti tecnici superiori), incentivare la nascita di startup innovative e favorire la crescita digitale delle aziende con incentivi per l’inserimento di giovani competenze, rafforzare le lauree STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) promuovendo la presenza delle ragazze in queste discipline e prevedere borse di studio per lo sviluppo delle competenze tecnologiche e digitali e sostenere i corsi di dottorato industriale in collaborazione con le realtà imprenditoriali.
Più ricerca e innovazione per dare impulso allo sviluppo e al lavoro – Rafforzare e rendere strutturali le agevolazioni legate al programma Industria 4.0; potenziare la rete di supercalcolo scientifico a base pubblica, per servizi di intelligenza artificiale e big data per tutte le imprese. E poi superare il precariato dei
ricercatori aumentando la quota di investimenti pubblici in ricerca, creare la “Piattaforma expat” per favorire il ritorno dei giovani dall’estero e istituire un’agenzia per la diffusione della ricerca applicata alle imprese, sul modello della Fraunhofer.
Tecnologie green per creare nuovo lavoro e sviluppo sostenibile –
Vincolare il 50% degli investimenti nelle infrastrutture alla mobilità sostenibile (metro, tram, treni, stazioni di ricarica per mobilità elettrica); mettere al centro sicurezza del territorio, digitalizzazione e efficientamento energetico di tutti gli
edifici pubblici, partendo da scuole e ospedali; incentivare gli investimenti privati delle imprese in tecnologie verdi e le assunzioni di giovani tecnici “green”.
Start Giovani – Dare una concreta possibilità di emancipazione e di sostegno
economico nella fase iniziale del lavoro: un grande Piano per il diritto alla casa dei giovani, che preveda per l’affitto il coinvolgimento delle Ater e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, e per l’acquisto, garanzie statali fino all’80% per
il finanziamento dei mutui sulla prima casa per giovani con contratti a tempo determinato; potenziare l’accesso al credito dei giovani per sostenere i loro percorsi formativi, professionali e imprenditoriali; cofinanziamento dei tirocini per garantire indennità obbligatoria minima di 800 euro; meno tasse nei primi anni di lavoro, con la decontribuzione totale per il lavoratore, senza penalizzazione in termini pensionistici, per i primi tre anni di lavoro. In caso di attivazione di contratti a tempo indeterminato, la decontribuzione è prevista non solo per il lavoratore, ma
anche per l’impresa.