Centonovantanove lettere, centonovantanove giorni. Centonovanta volte “Non mollare, non ti abbiamo dimenticato”.
Questo lo scopo della nostra iniziativa, questo il motivo della nostra raccolta firme: trasformare una voce in un tamburo assordante, un richiamo forte abbastanza perché possa arrivare dentro il carcere di Tora.
Patrick George Zaki, noi non ti abbiamo dimenticato e non lo faremo mai.
Continueremo a chiedere la tua liberazione fino al giorno in cui tornerai dai tuoi cari. Centonovantanove buste, centonovantanove ritratti della brillante Francesca Grosso, una bandiera dell’Unione Europea – simbolo dei valori di libertà, cultura e unità in cui crediamo – e tante, tantissime firme. Non siamo soli, proprio come non lo è Patrick.
Con noi tanti nomi importanti del mondo politico: Nicola Zingaretti, Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Monica Cirinnà, Domenico Lucano, Pierluigi Bersani, Patrizio Gonnella, Valerio Onida, e anche sottosegretari – Zampa, Puglisi, Manzella e Morassut. L’amore della libertà non ha bandiera, e anche Italia Viva è presente con Rosato. Ma non solo, anche le università e gli studenti hanno risposto al nostro appello – ricercatori, studenti, e appassionati di cultura come te, Patrick! Cultura, perché la cultura è libertà: al nostro fianco ci sono anche Luciano Canfora e Alessandro Barbero. La lista continua, con la partecipazioni di altre associazioni e attivisti che come noi, vogliono la tua libertà: Amnesty Italia, Antigone, Libera, Arcigay, Arci, Legambiente, Antigone, Gruppo Abele, Istituto Luca Coscioni, Acli, Associazione Luca Coscioni, Comunità Solidali. Ancora: Primavera degli Studenti, Udu, Link, FdS e Rete degli Studenti Medi.
Perché al cuore di questa battaglia non ci sei solo tu, caro Patrick, quanto la difesa di tutti i valori in cui i giovani progressisti devono riconoscersi: la libertà, di pensiero quanto di parola, l’inalienabilità della persona umana, una giustizia equa e non arbitraria indipendentemente dalle coordinate geografiche in cui essa si attua. Perché, ancor prima che cittadino egiziano, tu caro Patrick sei cittadino del mondo e promessa di arricchimento per il futuro di noi tutti.
Non da ultimo, la protesta levata contro il sopruso da te subito, non ci esime dal guardare nel nostro giardino di casa: troppe detenute e troppi detenuti sono vittime del costante sovraffollamento che interessa le nostre carceri, tale dal calpestare la dignità umana piuttosto che condurre alla sua riabilitazione.
Perché, più di ogni altra cosa, temiamo l’indifferenza. Titolava Rosselli nel 1945 il suo giornale “Non Mollare”: è esattamente quanto ci ripromettiamo di fare.
A ragazzi come noi, che ogni giorno sono proni su libri, ricerche, studi, sembra impossibile finire in carcere per quel che è il cuore del nostro vivere quotidiano. Per quello che è all’origine di una società sana e fiorente – l’istruzione. Per questo il nostro lavoro non finisce con l’ultima lettera imbustata. Le abbiamo tradotte in diverse lingue, affinché il nostro messaggio scavalchi ogni frontiera, e continueremo a richiedere a gran voce la tua liberazione. Patrick, non mollare. Noi, nel nostro piccolo, non abbiamo intenzione di farlo.
Link alla lettera e i firmatari: https://bit.ly/30HWn8C
Jacopo Zotti
Responsabile Comunicazione
InOltre Alternativa Progressista
Patrick Zaki, non mollare. Non ti abbiamo dimenticato – Immagina
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