La scuola riparte, per il presente e il futuro della nostra società
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La ripresa delle attività didattiche in presenza è ormai vicina: a settembre si torna in classe e la scuola ripartirà in sicurezza

È un impegno che il Governo ha assunto insieme a tutti i soggetti, istituzionali e non, a vario titolo coinvolti, e mantenerlo è necessario per la credibilità del Paese.  

Probabilmente arriviamo a questo appuntamento con qualche timore, l’emergenza sanitaria di fatto non è passata, ma abbiamo anche acquisito una profonda consapevolezza del valore e del ruolo della scuola nella vita di tutti noi. I mesi di lockdown, infatti, hanno dimostrato chiaramente quanto il sistema di istruzione sia centrale per la vita della nostra società. Nel periodo più difficile di chiusura e di isolamento la scuola ha mantenuto attivi legami e contatti attraverso la didattica a distanza, divenendo un traino per il Paese, che alla scuola ha guardato per ritrovare le relazioni bruscamente interrotte, in attesa di tornare alla normalità. E, allo stesso tempo, tutto il Paese, non più soltanto gli addetti ai lavori, ha compreso quanto sia fondamentale per ogni bambino e ragazzo formarsi all’interno di una comunità. La conoscenza si alimenta con la condivisione e la scuola è luogo di relazioni indispensabili per il pieno sviluppo dell’individuo.  

Per questo da mesi si sta lavorando per far sì che bambini e ragazzi possano tornare regolarmente in classe tra qualche settimana, nel rispetto dei protocolli di sicurezza necessari a contenere il contagio e a garantire da un lato il diritto alla salute, dall’altro il diritto all’istruzione.  

Per assicurare tutto il necessario per la riapertura delle scuole di settembre, dall’inizio della pandemia il Governo ha destinato circa 2,9 miliardi di euro. Ci saranno organici aggiuntivi, spazi, arredi, sono stati fatti investimenti per interventi di edilizia leggera, sono state semplificate alcune procedure per garantire la ripartenza. 

Le preoccupazioni che in alcuni casi si stanno manifestando in questo periodo sono comprensibili, il quadro dei contagi continua a cambiare e ci troviamo di fronte a un fatto eccezionale. Ma dobbiamo evitare di disperdere le nostre energie in dibattiti effimeri. Questa crisi può essere un’opportunità, abbiamo la possibilità di ragionare su quale sia e debba essere il ruolo della scuola oggi nella nostra comunità e sulla base di questa nuova consapevolezza rinnovare il nostro modello di scuola.  

Credo che la scuola oggi più che mai debba avere due funzioni principali: stimolare in ogni studente la sete – inestinguibile – di sapere e dare mezzi e strumenti per soddisfare questo desiderio.  

Nelle prossime settimane dovremo riflettere sui settori ai quali destinare le risorse che arriveranno dall’Europa. Sono convinta che una parte cospicua del Next Generation Eu, coerentemente col nome scelto per il piano di finanziamento, debba essere investita per i giovani. Sull’educazione. Sulla costruzione di quel nuovo modello di sistema di istruzione che riteniamo necessario alla nostra società. 

Che non può prescindere da spazi adeguati ai tempi, perché non possiamo pensare di innovare la didattica se non ripensiamo anche i luoghi in cui bambini e ragazzi si formano, oggi il più delle volte edifici vecchi e in alcuni casi nati con altre finalità.  

Né tantomeno possiamo prescindere dal riconoscimento della indispensabile funzione dei docenti attraverso percorsi di sviluppo professionale. Gli insegnanti si trovano oggi ad affrontare un mondo in continuo mutamento che richiede un aggiornamento costante: devono sapere di poter contare su un sistema che li supporti e li valorizzi, che li stimoli.  

E, infine, non possiamo pensare che la scuola di domani sia un’isola senza legame alcuno con la società. Perché non è così già adesso. E questa pandemia l’ha mostrato con tutta evidenza. Famiglie, amministrazioni locali, associazioni, mondo del lavoro: una fitta rete di interconnessioni. Sono vitali. Dobbiamo perciò consolidare queste relazioni e ampliare le occasioni di confronto e di crescita degli studenti fuori dalle aule, orientarli al domani, perché prepararli alla vita che verrà è compito della scuola, luogo in cui i talenti emergono e ogni giovane può e deve prendere consapevolezza del modo in cui può contribuire, attraverso di quelli, alla vita della comunità. 

Quello che la comunità scolastica e il Paese hanno vissuto negli scorsi mesi e continuano a vivere oggi ha fatto emergere punti di forza e criticità del sistema. Dobbiamo conservare memoria di entrambi. Perché sono la base da cui partire per andare oltre l’emergenza.  


Anna Ascani è viceministra dell’Istruzione

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1 COMMENTO

  1. Molto bene viceministra. Sono pienamente d’accordo con i suoi ragionamenti. È ora di pensare al ruolo della scuola, dell’istruzione e della formazione adeguate ai tempi del XXI secolo.

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