I decreti propaganda di Salvini non ci sono più
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Dall’immigrazione a nuove norme per la sicurezza urbana. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri in tarda serata un decreto-legge che manda in soffitta i due decreti Salvini, introducendo, tra le varie cose, anche misure più stringenti sulla sicurezza urbana.

La soddisfazione del segretario dem Nicola Zingaretti è stata immediata: “I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista”, ha scritto su Twitter nei minuti in cui il cdm approvava il il nuovo decreto. D’altra parte si tratta di una modifica che il segretario dem ha voluto con forza, a partire da novembre 2019, quando da Bologna, durante l’iniziativa democratica Tutta un’altra storia, aveva proposto una nuova agenda di governo sottolineando nel suo discorso conclusivo “ci batteremo per cancellarli”.

È passato un anno e quei decreti non ci sono più. Si tratta quindi di una vittoria politica importante per il Partito democratico, che arriva dopo il netto successo ottenuto nella recente tornata elettorale e che di fatto riporta il nostro Paese sui binari della civiltà.

Le modifiche riguardano gli articoli 131-bis e 588 del codice penale e intervengono innanzitutto sulle dure regole che erano state imposte alle navi delle ONG impegnate nelle operazioni di soccorso dei migranti nel Mediterraneo. Quindi cancellazione delle multe milionarie per le ong e lo stop alla confisca delle navi. C’è poi il ritorno al meccanismo della protezione umanitaria con un allargamento delle maglie della protezione speciale. E anche i tempi più brevi per ottenere la cittadinanza italiana insieme al ripristino della possibilità di svolgere lavori di utilità sociale.

Non solo modifica dei decreti Salvini. Il provvedimento introduce anche un inasprimento del cosiddetto “Daspo urbano”, una misura per la movida violenta sulla scia del recente omicidio di Willy Monteiro Duarte, e una norma per punire chi dà un cellulare a un detenuto o favorisce un detenuto al 41 bis. Arriva quindi il divieto di accesso ai locali pubblici anche nei confronti dei “soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope”.

“In Italia cade un muro”, ha commentato con soddisfazione il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano sottolineando come “anche le parole tornano al loro posto: migrazioni, protezione, accoglienza, legalità. Avanti ancora, verso un Paese con più diritti e più umanità”.

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