Due note su come si maldiscute, a partire dal tweet di Toti
D

Pubblichiamo un contributo video di Gianni Cuperlo:

“Questa pandemia svela una componente del nostro individualismo e toglie alibi all’idea difettosa, perché sbagliata, che la libertà non abbia limiti né confini.

E la domanda è se esista un legame tra questa assenza di responsabilità e il messaggio che arriva dalle cosiddette élite delle nostre società.

Penso alla campagna elettorale per le presidenziali americane, che passerà alla storia credo coma la peggiore della storia della democrazia americana. Oppure penso al tweet fuggito di senno e di mano a Giovanni Toti sugli anziani che non avrebbero una funzione produttiva nel Paese.

È come se mancasse nelle classi dirigenti l’etica della solitudine e della paura che tante persone vivono. È come assistere a un grande rito circense, “E adesso la parola all’uomo che insulta!”.

Forse dire queste cose, anche adesso, un po’ aiuta, come un vaccino.

Sono passati 45 anni dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini, l’ultimo intellettuale che ha espresso critiche feroci verso il sistema, ma sempre nella consapevolezza dei ruoli. E Pasolini diceva: “Seri bisogna esserlo, non dirlo. E magari anche sembrarlo”.

E penso che valga un po’ anche per noi”.

Più letti

spot_img

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore, inserisci il tuo nome

Magazine