“Adotta un vicino”: a Grugliasco una campagna di solidarietà per ritrovare l’altruismo

“Adotta un vicino” è un progetto che nasce durante il mio periodo di isolamento vissuto in casa a causa del virus Covid-19 e dalla riscoperta della forza dell’altruismo. L’emergenza, infatti, in qualsiasi versione, fa venire fuori tutta la potenza dell’altruismo, nel dare qualcosa agli altri senza né chiedere né attendere contropartite. Ma anche nell’essere consapevoli che da soli non ce la può fare nessuno. Lo stesso rispetto delle regole, è una scelta di altruismo: non esco di casa per evitare di fare danni agli altri, non solo a me stesso perché come ha giustamente sottolineato il Presidente Mattarella: “Libertà non è fare ammalare gli altri”.

La lunga quarantena che abbiamo vissuto ci ha costretto a rivedere la chimica del condominio, a rivalutare quello “stare vicini” che poi significa “stare insieme”, e dunque non sentirsi soli, anche a fronte di tanti, potenziali conflitti. Attraverso la rete condominiale, un tam tam tecnologico e fisico, abbiamo cantato e ballato tutti insieme, anche per rompere il disagio della paura e lo spettro della solitudine. Teniamo presente che buona parte degli italiani sono condomini e l’85 per cento delle famiglie vive in un palazzo dove abitano altre persone. Dunque la riscoperta di questa civiltà dello stare insieme e della condivisione, magari anche per la necessità di fare arrivare la spesa a un anziano che non può uscire solo di casa durante la pandemia, ci aiuterà molto a riscoprire l’altro, gli altri. A partire dal più prossimo: il vicino di casa.

E a me è successo: dai dolci lasciati sullo zerbino di casa alle telefonate d’affetto e premura, ai gesti semplici ma pieni di amore.  E’ stato bellissimo ricevere sullo zerbino di casa dei vassoi di pasticcini, è vero che non sentivo gusti ed odori, sentivo però l’affetto e l’amore.

Da qui l’idea di lanciare la campagna “Adotta un vicino” nella mia città, a Grugliasco, dove svolgo il ruolo di assessore ai trasporti, alla viabilità, con la delega, a cui tengo molto, alla protezione civile. Si tratta di progetto di volontariato “fai da te” che non necessita di coordinamento da parte del Comune né di strumenti, se non di buone intenzioni e volontà di aiutare il prossimo.

Tutti quanti abbiamo dei vicini, amici o parenti e l’obiettivo del Comune è di sensibilizzare tutti a prendersi cura di chi, più debole, più bisognoso, ha bisogno di una mano. Il gesto da compiere è semplice, da prendere in autonomia. Con questo progetto non esistono gruppi organizzati dal Comune (che però continua a fare la propria parte), ma solo la propria disponibilità a supportare il vicino o comunque chi è in caso di difficoltà. Le cose da fare sono tante nelle faccende di tutti i giorni, cercando di dare loro il grande calore umano che già molti stanno sperimentando: dalla spesa, al ritiro di ricette mediche e medicinali in farmacia, ma anche solo un piatto pronto, una telefonata o altri generi di prima necessità. Molti sottovalutano il valore di questi gesti, una telefonata inaspettata può svoltare la giornata ad una persona sola, un abbraccio virtuale via sms pure. Basta voler far del bene e pensare al prossimo. Molti si stanno rivelando solidali, responsabili e attenti. Possiamo dimostrarlo con azioni concrete. E poi diciamocelo, in attesa che tutto passi al più presto, è bello sentirsi utili alla propria comunità!

Se riflettete bene, però, questo concetto, non si applica soltanto in un caso estremo e immediato come la pandemia da coronavirus. Senza uno sforzo altruistico non ci sarà modo di affrontare la crisi climatica, economica e altre problematiche globali. È l’altruismo, declinato poi da decisioni politiche, che potrà ridurre le insopportabili, e insostenibili, distanze economiche e sociali del mondo globale.

L’altruismo ci ha salvato, prima e dopo il vaccino, da danni molto più catastrofici del Covid-19.

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