Maxi-risse tra adolescenti, Casu: “Pugno in faccia ai romani. Le istituzioni intervengano”
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“Li hanno presi a calci, in venti contro due. È successo a Roma, nel quartiere Parioli. Qui venti giovani, dopo aver creato un maxi assembramento senza mascherine, hanno aggredito verbalmente e fisicamente due agenti della Polizia Locale. Uno dei due, mentre stava compilando il verbale, è stato colpito alle spalle con calci ai fianchi e alle gambe, per poi essere spintonato a terra”.

È il primo allarme lanciato sui social, più di dieci giorni fa, dal segretario provinciale del Pd Andrea Casu.

Un allarme che è poi diventato un fenomeno preoccupante, con le risse tra giovanissimi che si sono moltiplicate, nella Capitale e non solo, con passaparola su Internet e minacce fatte recapitare a mezzo post.

Tanto da spingere lo spesso Casu, 48 ore dopo, a tornare sull’argomento dopo l’ennesimo episodio al Pincio, scrivendo su Facebook: “È stato necessario ricorrere ai rinforzi, grazie ai quali è stato possibile identificare tutti i partecipanti, multarli e denunciarli per reato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

La nostra solidarietà agli agenti, ancora una volta vittime di un’aggressione inaccettabile.

Lo ripetiamo ancora una volta. E continueremo a farlo fino allo sfinimento: il nemico è il virus, non le regole e i lavoratori che sono chiamati a farle rispettare”.

Fino all’ennesimo episodio di due giorni fa, quando oltre che a Roma, un episodio di maxi rissa tra adolescenti c’è stato anche a Venezia.

Ma cosa sta capitando a Roma e altrove? E perché alcuni giovanissimi si stanno lasciando andare a simili comportamenti?

Intanto, sul fronte delle indagini relative al maxi-assembramento del Pincio del 5 dicembre quando, negli scontri, un 14enne ha riportato la frattura del setto nasale, finora sono tre gli indagati, tutti minorenni, secondo quanto riferito da alcuni quotidiani.

Gli investigatori stanno passando al setaccio i social e sono riusciti a identificare quasi tutti i partecipanti.

E ciò che colpisce è che nel corso delle attività è stata anche ritirata una pistola a un genitore di uno dei ragazzi coinvolti nella rissa, con il contestuale avvio del provvedimento di revoca del porto d’armi.

A testimoniare il fatto che in un momento di vuoto come quello che stiamo attraversando, con la scuola impossibilitata a svolgere appieno il suo ruolo educativo e di crescita per i giovani, è sulla famiglia che ricade il compito di non lasciare i ragazzi in balìa di se stessi.  

Sul fronte delle reazioni, quel che è certo è che, dopo l’ultimo episodio di tre giorni fa, i toni del segretario del Pd si sono fatti ancora più duri.

“Oggi altre 649 vittime di Covid, oltre 63 mila da inizio pandemia e ancora ci sono persone che si danno appuntamento per violare insieme le regole che servono a difendere la salute di tutti”, ha scritto Casu su Facebook, aggiungendo: “Le immagini dell’ennesima rissa a Roma sono un pugno in faccia alla Capitale e all’impegno di tutti i romani nella battaglia contro il virus. Pochi irresponsabili rischiano di rovinare i sacrifici di un’intera città. Non possiamo abituarci a questo spettacolo, chiediamo alle istituzioni di intervenire e a tutti i cittadini la massima responsabilità”.

 

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