Molti gli spunti raccolti nella recentissima maratona dell’Assemblea Nazionale sulla Scuola, che sta procedendo con tavoli di lavoro. Una grande giornata in cui il Partito Democratico ha dato il meglio di sé, intervenendo sui temi della Next Generation UE.
Ora è necessario riflettere, approfondire e fare sintesi, sulle importanti sollecitazioni di Camilla Sgambato, attenta ad una sapiente scelta degli interlocutori.
Una maratona in cui si sono avvicendati, oltre a Zingaretti e alla Presidente Cuppi, autorevoli esponenti del mondo della scuola, coordinati dalla responsabile nazionale Sgambato e dalla coordinatrice del “Forum Conoscenza” Elisabetta Nigris, con la presenza di due ex Ministri, l’on. Luigi Berlinguer e la sen.Valeria Fedeli, della Viceministra Anna Ascani, di parlamentari ed esperti del settore.
Dai vari punti di vista è emersa un’esigenza condivisa, quella di un investimento prioritario nella scuola, nella creatività e nei saperi.
Il primo grande punto, che ha segnato il deciso impegno di Zingaretti, è stato assicurare a tutti la gratuità dell’Istruzione /educazione a partire dai Nidi e sino all’Università. Quindi, un grande investimento sull’ edilizia scolastica e la sicurezza: un piano che preveda la costruzione di nuovi edifici scolastici e manutenzioni straordinarie. Gli studenti del nostro Paese devono poter disporre di scuole spaziose, confortevoli, con strutture modulari, cablate e soprattutto sicure. Va assicurata a tutta la popolazione scolastica la messa in sicurezza degli edifici ancora sprovvisti di idonea certificazione.
Altro punto qualificante la formazione digitale dei docenti, degli studenti, ma anche del mondo adulto e della popolazione in generale, per abbattere il fenomeno del digital divide, abbattimento senza il quale non si può parlare di rilancio del Paese. Quindi, l’impegno nella formazione didattica dei docenti, con il superamento della sola/prevalente lezione frontale, per proporre a modelli formativi adeguati ai nuovi scenari che il digitale impone, e allo sviluppo di nuovi stili di apprendimento per le giovani generazioni.
La generalizzazione dei nidi e delle scuole dell’infanzia statali (sistema integrato zero-sei -D.lgs. 65/2017), con la ventilata obbligatorietà dell’ ultimo anno, è stato un altro punto di approfondimento, essendo i bisogni di ”cura ed educazione” 0-6 molto carenti nel Paese (vd Raccomandazione Consiglio UE del 22 maggio 2019), con il 50% circa dei servizi privati e un forbice consistente tra Nord e Sud. Una fascia di età per la quale vanno previste alte professionalità e ambienti educativi adeguati e sicuri. Oltre alla risposta ai bisogni di cura, va rilevata la funzione sociale di nidi e scuole dell’infanzia che promuovono la conciliazione delle esigenze di vita e di lavoro dei genitori, venendo incontro ai bisogni lavorativi specie delle donne.
È ora di mettere in atto nel senso più ampio le opportunità offerte dai “Patti educativi” grazie ai finanziamenti agli Enti locali (D.L.104/2020), integrando la formazione strettamente scolastica con l’offerta educativa e culturale del Territorio. Vanno sfruttate le nostre peculiarità, le “aule decentrate” di cui è ricco il Paese, istituzioni museali, artistiche, biblioteche, cineteche, teatri, associazioni, reti di collaborazioni con altre scuole e istituzioni, risorse preziose sempre, e di più in tempo di Pandemia.
In quest’ottica, vanno promosse le opportunità di inclusione degli studenti/sse con disabilità, perché utilizzino proficuamente i contesti diversi dall’ aula scolastica come occasione di socialità e apprendimento, con il supporto dei docenti specializzati.
Un altro punto vero di emergenza, che condivido vada perseguito è la generalizzazione del tempo pieno e prolungato; ci sono zone del Paese in cui dispersione e abbandono scolastico raggiungono punte del 30%; una scuola pubblica inclusiva, che voglia sanare le disuguaglianze, che promuova l’equità, deve prevedere tempi più distesi per l’apprendimento e la relazione educativa, a partire dalle regioni in cui il tempo scuola è inadeguato e non copre i bisogni formativi, non risponde al disagio sociale e pesa sulle famiglie, soprattutto pesa sulle donne.
Il mondo professionale e tecnico devono guardare a un cambiamento di lungo periodo, dobbiamo formare i giovani alle nuove professioni, imposte dal protagonismo del digitale; è una leva del rilancio investire sull’ orientamento universitario, la formazione terziaria non universitaria (post diploma ITS e IFTS) per fornire strumenti e competenze ai giovani, promuovere innovazione e ricerca (professori e ricercatori).
Ma attraverso quali strumenti? Si impone un grande sforzo sul welfare studentesco (agevolazioni trasporti, affitti, mense e diritto allo studio), guardando agli studenti con basso ISEE.
Rivisitare le “educazioni” ai valori, al rispetto, alla parità di genere, all’accoglienza è un altro ineludibile punto fermo della scuola, come lo stop alla spettacolarizzazione di programmi spazzatura che stanno umiliando la scuola, la cultura, che esaltano la maleducazione.
Romano Prodi, riferendosi al “piano di Resilienza” insiste sulle Riforme “…occorrono le riforme, certo su giustizia e burocrazia, ma quella sulla scuola è la prima riforma da fare”.
Laura Fasiolo, già Senatrice PD e Dirigente scolastica