Bologna aspetta Patrick Zaki, diventato cittadino onorario con un voto all’unanimità
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Il Comune di Bologna ha conferito la cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki “riconoscendo nella sua figura quei valori di libertà di studio, di libertà di pensiero e di libertà alla partecipazione pubblica” propri del nostro territorio e delle istituzioni che lo rappresentano.

La scelta è stata condivisa all’unanimità: è un fatto che di fronte a capisaldi della democrazia si sia trovato unito tutto il Consiglio comunale.

Patrick ha manifestato in ogni modo di sentirsi parte di Bologna. Fin dai primi giorni in carcere ha chiesto di poter riavere i suoi libri di studio; più recentemente ha chiesto di poter essere visitato dal medico di base che lo aveva in cura in città; negli auguri di Natale che ha rivolto all’Italia (“un popolo gentile”, ha scritto) alla base di un albero di Natale appena abbozzato, ha scritto il nome del capoluogo felisineo.

Da oggi, semplicemente, la città che lo aspetta anche come cittadino onorario, ha reso esplicito che quel suo sentire, è vero anche nel suo significato politico ed amministrativo.

Hanno prevalso, a Bologna, ragioni storiche e fortissime tradizioni legate alla difesa dei diritti umani, dell’emancipazione di intere classi sociali, dell’affermazione del principio di uguaglianza. Si è fatto riferimento a quell’atto del 1256, quando l’amministrazione bolognese fissò e pagò il prezzo del riscatto (eguale per uomini e donne) dei servi della gleba, rendendoli così persone libere. Da lì, la parola LIBERTAS iscritta nel gonfalone della città.

E’ stata fatta valere, inoltre, quella tradizione, così presente nel Medioevo, di giovani studenti che arrivavano a Bologna da ogni parte del mondo: tedeschi, francesi, spagnoli, polacchi, solo per evidenziare alcune provenienze, più tardi, persino sudamericani. Ne è testimonianza, ancora oggi, il palazzo dell’Archiginnasio con le sue pareti ricolme degli stemmi di quelle famiglie che mandavano i figli a studiare a Bologna già famosa per la sua Università.

Patrick Zaki è simbolo della continuità di queste grandi tradizioni che, tra molte altre cose, hanno reso Bologna più bella, più colta, più giusta.

Al Sindaco (insieme con il quale ho avuto l’onore di presentare l’odg che ne ha proposto il conferimento della cittadinanza onoraria) va il merito di non avere mai fatto mancare la voce di Bologna su questo caso e di avere unito la propria, a quella del Magnifico Rettore Ubertini.

La scelta del capoluogo emiliano arriva in un momento molto delicato della vicenda Zacki: nell’imminenza della scadenza prevista per poter fissare la prima udienza preliminare relativa al suo caso e alle porte dell’anniversario del suo arresto avvenuto al Cairo nella notte tra il 6 e il 7 di febbraio del 2019.

La cittadinanza onoraria vale “come un ulteriore richiesta al Governo per la liberazione del nostro cittadino” ha affermato il Sindaco Merola, un invito quindi ad insistere nella richiesta della scarcerazione di Patrick per il fatto di non potere accettare che ad un giovane studente di un ateneo italiano possa essere tolta la libertà senza prove e che da mesi (quasi un anno) vede spostare di settimana in settimana l’udienza preliminare e cioè l’unica occasione in cui manifestare le proprie ragioni, la propria difesa, la propria opinione.

Vale anche come invito a tutte le municipalità d’Italia e quindi all’ANCI in primo luogo, a fare valere anche per altri quei valori di libertà di pensiero e di opinione su cui si basa l’agire dei Comuni e su cui da sempre si è affermata una pratica autonoma e allo stesso tempo solidale di municipalità.


Simona Lembi, consigliera PD del Comune di Bologna e prima firmataria dell’ODG che ha proposto la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki

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