CIO, CONI e Sport&Salute: basta sceneggiate, si scelga subito la soluzione più semplice
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Il dibattito che si è sviluppato attorno ai rilievi del CIO sul ruolo del CONI in vista dei prossimi giochi olimpici rischia di non produrre l’effetto sperato, soprattutto se si sofferma sul dito e non vede la luna.

Un organismo internazionale privato (il CIO che riconosce i Comitati Olimpici nazionali) chiede al nostro Paese di garantire autonomia funzionale e operativa al nostro Comitato Olimpico entro il 27 gennaio prossimo, una autonomia prevista dalla Carta Olimpica.

Se è questa la richiesta (come si legge dalla nota inviata dal CIO) allora il nostro Paese, attraverso il Governo, ha il dovere di agire con la misura più efficace e semplice possibile per raggiungere l’obiettivo.

Ed è sul tipo di misura che si è sviluppato una stucchevole e a tratti sospetta querelle pubblica tra i due soggetti che sarebbero chiamati, entrambi, ad occuparsi più opportunamente delle rispettive mission, ovvero lo sport, e di cercare le soluzioni ai problemi posti loro.

Serve una legge dice il CONI, basta un accordo tra le parti sostiene Sport&Salute.

Ci permettiamo in questo dibattito di evidenziare che tra questi due soggetti già dal 2019 c’è un rapporto di servizio chiaro e che può esserci una soluzione tecnica che risolve il problema di cui si sta dibattendo: con un atto di esecuzione del contratto di servizio esistente tra CONI e Sport&Salute, è possibile trasferire le risorse umane necessarie al CONI per esercitare l’autonomia richiesta dal CIO.

La Presidenza del Consiglio verifichi tecnicamente questa possibilità con tutti i consulenti che si ritengono opportuni, ma non lasciamola cadere. Non servirebbe una legge in sostanza. Ma un atto di comando del personale che nei prossimi giorni potrebbe ancora essere concordato e firmato tra le parti.

L’autonomia che il Coni deve dimostrare al CIO di avere, molto probabilmente, si può realizzare così, risolvendo quindi una situazione certamente non piacevole.

Di un nuovo decreto (di cui circolano misteriose bozze) che duplicherebbe le funzioni di S&S in un’altra SPA, del CONI, crediamo non si senta onestamente il bisogno.

Non serve molto altro per stoppare un dibattito surreale sui 5 cerchi e la nostra bandiera ai giochi olimpici. Serve la volontà di trovare una soluzione condivisa ed utile tra i soggetti che oggi gestiscono l’attività sportiva olimpica da un lato e i servizi e le risorse per il mondo dello sport dall’altro.

Garantendo l’autonomia al primo e senza snaturare la funzione e i compiti del secondo. Si può fare. Senza drammi ne anatemi. Facciamolo e in fretta per evitare una pessima figura per inerzia che il mondo dello sport e milioni di sportivi e appassionati non si meritano.

Non dimentichiamoci infine, che in queste settimane è in corso la discussione sui 5 decreti attuativi della riforma dello sport, un iter in cui stiamo mettendo con i nostri parlamentari la giusta attenzione e il doveroso sostegno al mondo sportivo. Secondo noi serve intervenire per migliorare quel percorso e quegli atti di riforma, delineare meglio il ruolo di chi attualmente si occupa di sport. Non affrettiamo decisioni e prendiamoci il tempo per farlo al meglio, senza aumentare le difficoltà per il dopo pandemia al mondo dello sport, che rischia di non rialzarsi più.


Manuela Claysset – Responsabile Dipartimento Sport Pd 
Stefano Vaccari – Segreteria Nazionale Pd

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