Covid e scuola, facciamo di più per insegnanti e studenti
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Uno studio recente del ricercatore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino Alessandro Ferretti sottolinea l’incidenza del Covid tra il personale scolastico. Il ricercatore vede università e ricerca un “bene comune primario”, una “fabbrica di futuro” e mette le proprie competenze a disposizione del mondo della scuola.

I risultati di una sua prima analisi statistica riguardavano i dati sui tamponi scolastici. Questi erano stati resi pubblici dalla Giunta in risposta a un’interrogazione finalizzata a confrontare l’incidenza dell’epidemia nelle scuole con quella della popolazione piemontese e a valutare l’impatto delle misure adottate in corso d’anno.

Dall’analisi dei dati complessivi sul personale scolastico delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie (tra settembre e novembre) risultava che tra il personale il contagio era molto più diffuso di quanto non lo fosse tra la popolazione; il personale di medie e primarie si sarebbe contagiato con una frequenza due volte e mezzo superiore rispetto alla popolazione, quello dell’infanzia ben tre volte e mezzo, il 10,8% del personale delle materne piemontesi: uno su nove. Lo studio molto complesso è reperibile sul blog del ricercatore.

Lo studio statistico fornirebbe una lettura molto difforme sull’incidenza del Covid tra il personale scolastico da quella che oggi è la più accreditata, a scuola il contagio non c’è, attenzionando ad un’interpretazione fondata su dati e analisi approfondite. Dunque, senza allarmismi, ma anche senza pregiudizi, sarà opportuno disporre dei dati dei contagiati da settembre ad oggi, distinti tra studenti, docenti e personale Ata, per tipologia di scuola (nido, infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado), per provincia, per settimana.

Sono giunte critiche e smentite alle conclusioni della ricerca piemontese, ma, giusta o meno che sia, ritengo che con l’attuale recrudescenza del virus il dibattito  vada affrontato nel modo il più possibile non ideologico e supportato non da posizioni pregiudiziali bensì da dati oggettivi sui quali si fondi un preciso studio statistico. Infatti ciò che oggi manca sono i dati, molto carenti, lesinati da chi ce l’ha.

La corretta informazione sulla diffusione o meno del contagio consentirebbe di tornare sui banchi più consapevoli e sereni, ma anche con un sistema integrato DAD e presenza, con altrettanta consapevolezza e serenità.  Intanto un passo avanti: i nostri studenti viaggeranno più distanziati. L’incremento consistente dei mezzi di trasporto predisposto dalle Regioni è un elemento, seppur tardivo, altamente significativo.

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